TORINO – Fabio Paratici, Il direttore sportivo della Juventus, ha parlato ai microfoni di Sky Sport affrontando molti temi e domande.
Vuoi spiegare la presenza di Alessandro Mamoli nella nostra chiacchierata?
“Credo che la partenza sia dovuta a una mia dichiarazione di qualche giorno fa: alla domanda su come avrei immaginato il mercato dei prossimi anni, la mia risposta è stata: ‘StileNba”. La mia non era né una proposta né una provocazione era solo una considerazione. Le società avranno sicuramente delle difficoltà in più, visto che avremo meno introiti e dovremo avere più idee, dovremo essere più creativi più elastici e avere formule diverse per i trasferimenti. E l’idea Nba ho pensato possa essere un qualcosa dal quale prendere spunto. Ci sono molti scambi. Logicamente è molto lontana dal nostro sistema, perché è un sistema chiuso, noi non abbiamo il draft”.
Che modello vorresti rubare dall’Nba?
“Quello degli scambi, la riutilizziamo. E i famosi free agent da noi sono i parametri zero. Quello che mi sento da dire che la differenza più importante è il sistema chiuso che è una differenza enorme. C’è un’altra differenza enorme che la lega funge da stanza di compensazione per gli sport americano in generale. Direi che la lega che più ha seguito questo sistema come gestione è là Premier League che soprattutto dal punto di vista del Brando ha iniziato a gestire i club inglesi direttamente come lega. E promuove il marchio Premier League nel mondo ed è per questo che sono avvantaggiati e di parecchio sulle altre leghe”.
Il calciomercato più imminente come te lo immagini? Le finestre dovranno essere più corte o più lunghe?
“Sicuramente che ci sia meno cash è sotto gli occhi di tutti. Stiamo vivendo un momento difficile, non per il calcio, ma per tutto il mondo. Le conseguenze saranno meno valori economici per tutti. Quindi si scambi, formule più creative. Secondo me ci saranno dei prestiti lunghi. Ti faccio un esempio: se non puoi comprare una casa vai in affitto. Quindi se non puoi comprare un giocatore da n milioni di trasferimento cerchi di affittarlo tra virgolette per il tempo più lungo possibile. Questa formula si userà molto per diluire i pagamenti e per poter usufruire dei calciatori”.
Per i giocatori da Juventus, quindi per i beni di lusso ci sarà una contrazione di prezzo o no?
“Bisogna vedere, se appunto si scambiano i calciatori e stiamo parlando di calciatori di grande livello, quindi di una fascia di mercato alta cioè delle prime 12/15 squadre al mondo. Secondo me scambiando i calciatori il valore di mercato non scenderà. Nei salari sicuramente si e si starà molto più attenti. Quando invece dovrai acquistare un calciatore il valore scenderà”.
Meno male che Cristiano Ronaldo è arrivato in tempi non sospetti perché adesso sarebbe difficile andarlo a prendere visto l’ingaggio che ha oppure visto che a livello di marketing si ripaghi da solo permetterebbe lo stesso un’operazione del genere?
“Hai già anticipato tu la risposta: Cristiano è un giocatore diverso dagli altri. È un grande che porta un aumento dei ricavi incredibile ed esponenziale. È un brand che va da solo all’intero del club. Per gli altri calciatori con un ingaggio molto alto la contrattazione sarà più difficile”.
Pogba in questo senso dove lo mettiamo?
“No Pogba è un grandissimo calciatore però logicamente questo tipo di calciatore faranno fatica. In un mondo normale il loro ingaggio avrebbe avuto un certo tipo di excursus e adesso logicamente faranno fatica o avranno meno squadre che possono pagare questo tipo di salario”.
Strutture e seconde squadre?
“Io dividerei le due domande. La prima era un’idea di un giovane che stava diventando direttore sportivo e che provenendo dallo scouting. Ho avuto una formazione e di questo devo ringraziare la Sampdoria e Marotta che mi hanno dato la possibilità di formarmi in questo modo perché sono stato tanto all’estero e ho avuto la possibilità di formarmi. Poi nel 2010 sono passato alla Juve è tutto quello che avevo nella testa, grazie anche al Presidente Agnelli, siamo riusciti a realizzarlo. La prima cosa che abbiamo realizzato alla Juventus è stata la scuola interna per il settore giovanile. Abbiamo costruito un nuovo training Center, abbiamo costruito un hotel per la squadra. Insomma tutto quello che fa parte delle strutture siamo riusciti a costruirlo. È un grandissimo orgoglio per noi è in 10 anni, ogni anno abbiamo messo un pezzettino. All’inizio è stato lo stadio e poi vicino allo stadio c’è tutta una serie di strutture. Per quanto riguarda, invece, la seconda squadra: 15 anni fa si discuteva di seconde squadre. E c’è già in molti paesi evoluti calcisticamente in Europa. Sono 25 anni o 30 anni che in Spagna, Francia, Olanda e Germania hanno le seconde squadre. E hanno avuto grandi risultati. Grandi risultati a livello di nazionale e a livello di formazione dei giocatori. Alla fine quando siamo riusciti dopo tanta fatica e la federazione ci ha dato la possibilità di entrare nel campionato di lega Pro con la seconda squadra ci siano uniti solo noi. Ed è un progetto del quale siamo felicissimi e costa grande fatica. Dovete immaginare e come avere una società come il Piacenza, il Modena o la Reggiana all’interno della Juventus. È un lavoro incredibile che ci costa molta fatica ma ci dà molta soddisfazione e pensiamo che sia un passo molto importante per il futuro del calcio e della Juventus. In Olanda, Francia e Spagna i ragazzi arrivano a 90/100 gare tra i professionisti a 20/21 anni perché entrano nelle seconde squadre a 17 anni. Il grande problema che c’è qua e che i nostri ragazzi arrivano alla formazione fino a 19 anni, poi c’è un buco nella post formazione. Facciamo un esempio Morata arriva da noi dopo aver giocato nel Real Madrid B è già qualche partita nel Real Madrid A. Quando è arrivato era già un calciatore. Spinazzola prima di arrivare da noi ha giocato 8 anni in prestito e tanti anni senza giocare e facendo sei mesi in squadre diverse perché dovevamo spostarlo perché non riusciva a giocare. E ha rischiato di perdersi. Noi disperdiamo talento in questo percorso. Perdiamo qualche calciatore e soprattutto perdiamo tempo”.
Quanto è stato difficile trovare un accordo per il taglio degli stipendi? Questa è una trattativa che metti tra le più difficili?
“È stato molto facile trovare un accordo. Innanzitutto perché abbiamo dei calciatori straordinari e dei campioni e hanno capito immediatamente il momento che stavamo vivendo e si sono resi assolutamente disponibile. In secondo luogo abbiamo un presidente che è un garante, che ha un rapporto con i calciatori e del quale i calciatori si fidano e quindi sono bastati pochi giorni per trovare un accordo”.
Ma nella tua testa sei più per finire d’estate o per finire a settembre? Qual è la posizione di Paratici?
“Mi viene naturale risponderti che non vedo l’ora di rivedere i calciatori, di rivedere le partite. Come tutti gli appassionati di calcio. Detto questo bisogna rispettare le regole. Dobbiamo pensare che abbiamo gli attori che sono i giocatori che sono quelli che vanno in campo, che rischiano di più e che osano più preoccupati. Bisogna capirlo e poi capire le istituzioni, perché si assumo responsabilità importanti e che non è facile. Sono decisioni difficili da prendere”.
Sarà più facile avere un parametro zero? Ne stai trattando qualcuno?
“Io non credo che il parametro zero sia un tuo obiettivo, credo sia una possibilità che si presenta nel mercato. Noi siamo aperti per cercare di costruire la miglior squadra possibile. Bisogna capire da che base parti e di cosa hai bisogno. I parametri zero fanno gola a tutti, ma devono essere inseriti in un contesto di Budget e di squadra”.
Il futuro di Higuain? Quanto è reale lo scambio Arthur – Pjanic?
“Higuain, quando è partito, era molto preoccupato in generale. Sono cose personali sue e non voglio entrare in questo. Gli siamo molto vicini e Gonzalo è un ragazzo molto sensibile e questa cosa lo ha colpito molto. Noi siamo legati a lui e quest’anno sta facendo una stagione straordinaria e speriamo continui con noi, al di là di decisioni su personali. Speriamo continui con noi per l’anno che resta di contratto. Per quanto riguarda Juve – Barcellona: noi parliamo sempre farà grandi club, ma non parliamo solo di calciatori o di scambi e di come si potrà andare avanti. Adesso siamo in un momento di chiacchiere”.
Nell’operazione Tevez hai preso per 1 milione un giocatore come Bentancur che adesso come minimo vale 50 milioni?
“L’operazione di Bentancur fu legata a Tevez, ma fu particolare perché comunque Tevez aveva chiesto di tornare al Boca. Lui aveva ancora un anno di contratto a 7/8 milioni di ammortamento e non potevamo regalare il giocatore. Io credo che in un mercato degli scambi possa succedere una cosa simile. Più difficilmente in Europa più facilmente se scambi un giocatore nel sud america”.
Voi inizialmente parlavate più con le sia sere italiane, poi siete cresciute e ora parlate più con le big europee. Cambieranno ancora i sistemi di forza con il coronavirus?
“È una domanda interessante perché ci sarà un mix. Per noi è stata una situazione che è venuta naturalmente. Poi a mano a mano che siamo cresciuti come appeal e come forza economica ci confrontiamo più spesso con club stranieri, senza lasciar perdere il mercato italiano. Il mercato italiano è anche una questione di generazione. Adesso abbiamo una generazione molto interessante ci sono tanti giocatori giovani bravi e che giocano in squadre dove possono fare un altro salto. Quindi bisogna fare grande attenzione”.
Tipo Chiesa?
“Chiesa. Tonali, Castrovilli… In questo momento la nazionale sta dando una bella vetrina a questi calciatori”.
Voi come siete messi con i rinnovi di Chiellini, Buffon e magari Dybala?
“Buffon e Chiellini siamo in dirittura d’arrivo. E credo che anche per Paulo stiamo parlando. Adesso c’è stata questa sosta che ha interrotto le comunicazioni in tutti i sensi. Purtroppo per lui sta vivendo questa esperienza negativa e gli facciamo un grande in bocca al lupo di pronta guarigione. Però anche li la nostra volontà è che Paulo resti con noi il più a lungo possibile”.
Un aggettivo: il calciomercato che verrà sarà…
“Ne direi due: uno creativo e l’altro che dobbiamo essere elastici. Perché comunque guardiamo la quotidianità: ogni giorno si cambia la visione. In questi giorni, banalmente a seconda del bollettino, siamo più pessimisti o più ottimisti. Oppure si dice ricominciamo a giocare o non ricominciamo a giocare, oppure cominciamo ad allenarci o non incominciamo. Siamo sempre li, quindi dobbiamo essere elastici, perché primi pensi una cosa e poi ne devi pensare un’altra. Stessa cosa sarà per il calciomercato. Chi dice che non si possa ripetere la stagione 19/20 con le stesse squadre anche nel 20/21 è una possibilità. Passo da un’estremo all’altro: scambiare i giocatori perché serve così alle varie squadre. Facciamo un prestito a due anni, perché c’è meno disponibilità economica. Bisognerà essere elastici”.