Sul suo editoriale per Tuttomercatoweb il giornalista Tancredi Palmeri ha commentato il miracolo della Juventus in Champions
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“E’ stata la notte della Juventus. Hanno ucciso Max, Max è vivo. Dopo la notte peggiore della sua carriera alla Juventus, Allegri tira fuori la notte migliore. Perché contro il Real Madrid c’era di fronte la squadra più forte, e al ritorno si poteva sfruttare l’effetto sorpresa. Stavolta invece al Wanda Metropolitano l’Atletico non era più forte, e a Torino di certo l’Atletico non poteva rilassarsi.
A questo punto, la cosa più immediata sarebbe impacchettare tutto quello che abbiamo detto, tutto quello che è stato scritto, tutto quello che hanno pensato e detto anche Allegri e Andrea Agnelli anche se non lo ammetteranno mai, imbustare tutto e buttarlo via perché tanto non ha più senso. Forse. Certo si potrebbe rimproverare a Allegri su che bisogno ci sia di ridursi ogni volta alla sopravvivenza. Ma è la somma che fa il totale come diceva Totò, e allora che gli vuoi dire. Forse. Ma è un dato di fatto che quando Allegri decide di giocarsela con coraggio, con voglia di imporre il proprio gioco, i risultati scintillanti li ottiene sempre. Fu così nel 2017 quando a gennaio con la Lazio si inventò il 4-2-1-3, e lo portò fino a 45 minuti dalla vittoria della Champions. Ed è stato così stavolta, con un 4-3-3 con Bernardeschi playmaker vero, con Spinazzola che fa dire “Marcelo chi?”, con la voracità di cercare i due gol, e ancora più coraggio per trovare il terzo giocandosi un 3-3-4 nell’ultimo quarto d’ora.
Certo, è servito anche un Atletico nella serata peggiore dell’era Simeone, venuto ad aspettare che passassero i minuti proprio come la Juve a Madrid. Ma il destino te lo costruisci da solo. E il destino della Juventus adesso è di essere la prima favorita per vincere la Champions League. Perché c’era già tutto, e adesso c’è anche il segnale.
Poi però rimangono le incertezze manifestate dalla società, con Zidane contattato che ha declinato, e con i contatti poi con Guardiola, Deschamps e Conte. E l’impazienza che viene e che va di Allegri.
Al punto che forse, per entrambi, potrebbe essere vincere e dirsi addio”.