TORINO – La compagna di Paulo Dybala, Oriana Sabatini, ha parlato ai microfoni di Cortá por Lozano ed ha parlato del momento che sta vivendo con il giocatore argentino (entrambi sono positivi al coronavirus): “Ci hanno consigliato di non vederci, ma dato che io e Paulo abbiamo il Coronavirus, possiamo stare nella stessa stanza. Passiamo le salviette disinfettanti su tutto ciò che tocchiamo, apriamo le finestre, gettiamo via rapidamente la spazzatura – ha detto in videochiamata -. Avevamo una buona scorta di cibo perché sapevamo che sarebbe arrivato, ma abbiamo ancora la possibilità di avere pranzo e cena dal club”.
Sui sintomi: “Forse i sintomi che avevo non erano i più importanti, come la febbre e la tosse secca. All’inizio avevo la tosse secca ma poi avevo molto muco. Quindi ho pensato che fosse solo un’influenza. Ha attirato la mia attenzione quando un giorno l’allenamento respiratorio mi è sembrato molto strano, mi sono stancata senza fare nulla”.
Sul video con cui ha annunciato la propria positività: “Mi è sembrato importante realizzare il video, c’erano tante notizie false, è stato bello comunicarlo con le mie parole e trarre vantaggio dal fatto che lo avrebbero riportato su vari portali in modo che le persone prestassero attenzione alle regole e a fare ciò che deve essere fatto. Il test è stato fatto perché alcuni compagni di Paulo avevano già il Coronavirus, e lo hanno fatto a entrambi e ad un suo amico che è sempre con noi. La sera prima ci hanno dato i risultati, Paulo ha detto che aveva freddo. La cosa strana è che i sintomi ci hanno colpito in momenti diversi, Paulo è stato l’ultimo ad averli, un giorno dopo aver effettuato il test, il nono giorno di quarantena”.
Gli viene poi chiesto come stanno trascorrendo questo momento: “Ora l’unica cosa che facciamo è dormire, guardare serie e cucinare. È importante riposare, non fare ginnastica. Ora mi rendo conto che mi scuoto dal nulla, che il sintomo è molto reale, molto evidente. Mio padre è molto preoccupato. Sapevo già che mi sentivo male ma non volevo dirlo a mio padre perché non sapevo se sarei stata in grado di fare il test, quindi mi è sembrato inutile preoccuparmi senza poter dare loro risposte. Quando li ho chiamati ho pensato che a mio padre sarebbe preso un infarto”.