Ai microfoni de Il Corriere dello Sport, Lorenzo Marronaro, agente di Fabio Paratici da calciatore, parla proprio del ds bianconero
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Prima racconta: “Un giorno lo prendo da parte e gli dico: Fabie’, dai basta, lascia stare. Giocava a Brindisi in C2. Ma era ora di smettere, secondo me era arrivata l’ora di farlo. Io sono una persona libera, che dice sempre le cose in faccia, e l’avevo fatto anche quella volta. Fabio l’avevo preso con me, era nella scuderia dei ragazzi a cui cercavo di insegnare le cose. «Poi succede che una mattina mi chiama Marotta, che stava alla Sampdoria. Ciao Beppe, ciao Lore’. Mi fa: sto cercando un ragazzo giovane, uno con la voglia, ci hai qualcuno? Non lo so, dico io. Fammici pensare un attimo. Io sono uno che se ti dice una cosa è perché la pensa, altrimenti fa a meno di dirla. Due ore dopo mi telefona Fabio, non mi ricordo più per cosa, sono passati troppi anni. Però mi ricordo che in quel momento ho pensato: Beh, Fabio quasi quasi è il ragazzo giusto, certo però è talmente giovane… Insomma, andiamo a trovare Beppe. Era un lunedì mattina. Entriamo nell’ufficio di Marotta, e Beppe chiede a Fabio questo e quello e Fabio risponde. Dopo quaranta minuti Beppe fa: Fabio, lasciaci un attimo da soli. Marotta mi guarda, eravamo io e lui. Che facciamo? Mi dice. E che ne so? dico io. Ti assicuro che Fabio è un ragazzo sano, apposto, pulito, bravo, che ha voglia di lavorare. E’ uno molto preparato e se mi hai chiamato è perchè ti fidi di me, no? e allora fai conto che la faccia di Fabio è la mia. Il giorno dopo tiro su il telefono: era Marotta”.