TORINO – IL giornalista Bruno Longhi ha parlato a Radio Sportiva.
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“L’errore di base sta nell’aver pensato da parte del mondo Juventus di segnare almeno un gol a Madrid, ritenendo l’Atletico meno forte di qualche anno fa: per questo motivo sono state schierate le tre punte. Dybala con l’Atletico non si è visto ma ha dimostrato negli ultimi anni di essere un crack, Bernardeschi si sta affermando solo adesso quindi nelle gerarchie dell’allenatore è dietro. Allegri ha perso solo 16 partite su 176 alla Juventus, è chiaro che quando arriva una sconfitta, soprattutto in Champions League, apriti cielo, ma i numeri sono dalla sua parte: ha vinto scudetti e Coppe Italia e ha fatto due finali di Champions. Per la Juventus non è questione di moduli ma di determinazione e intensità: in Champions League è stato un combattimento di novanta minuti in cui hanno vinto i giocatori che hanno lottato di più. Se tutte le partite le giochi non mettendo dentro la quinta marcia perchè ti basta la quarta, quando poi trovi squadre che mettono la quinta ti trovi in difficoltà. Anche in un campionato poco allenante potresti giocare in modo diverso, con ritmi più alti. Le nostre squadre sono preparatissime dal punto di vista tattico ma raramente trovi una squadra che ti fa soffrire e che ti allena: da noi le piccole la mettono sull’aspetto tattico, costringendo la Juventus a fare la solita partita ma non a spremersi. Non so cosa pensi lo juventino medio, ma ad Allegri non viene perdonato nulla. Perdere in Champions League pesa, però a livello psicologico il tifoso deve sempre trovare un capro espiatorio: nel caso dell’Inter è Icardi, nella Juve è Allegri. In Germania la Juventus se la giocherebbe, in Inghilterra farebbe più fatica, in Spagna se la potrebbe giocare ma non si può dire che vincerebbe agevolmente in altri campionati perchè in Champions League fa fatica”