TORINO – Ecco le sue dichiarazioni:
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SUL GIOCO – “In realtà quando non giochi bene è difficile che tu possa vincere vincere. Ai miei tempi ho avuto una Juve con tre attaccanti che pressavano altissimi. Il merito è non essere stato troppo integralista. Nella mia carriera non ho mai esasperato la tattica: se gli attaccanti pressavano alto, i centrocampisti accorciavano e così i difensori, in modo da evitare che gli avversari sarebbero stati pericolosi.
LA SUA SQUADRA – “Da bambino tifavo Milan. Abitavo in pineta, lì si allenavano Noletti, Trebbi, Liberalato. Tra l’altro rompevamo sempre le scatole”.
SUL CALCIO ITALIANO – “Come si guarisce? Si pensava che con tanti stranieri fosse finita, no? Invece nascono sempre giovani, da Chiesa a Zaniolo, come Totti e Del Piero. C’è la casualità, ma il lavoro sui giovani è decisivo, le grandi vittorie vengono dai momenti negativi”.
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