Licari: "L'effetto Ronaldo si è dissolto, la Champions può trasformarsi in un incubo"

Licari: “L’effetto Ronaldo si è dissolto, la Champions può trasformarsi in un incubo”

Notizie Juve, le parole di Daino.
Le parole del giornalista di Gazzetta su Ronaldo e la Juventus

TORINO- Sulle pagine di Gazzetta dello Sport, il giornalista Fabio Licari ha espresso i suoi pensieri sulla stagione della Juventus.

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“Per la Juve rischia di essere la più crudele delle stagioni vincenti. L’ottavo scudetto consecutivo cucito addosso già ieri, con oltre due mesi d’anticipo, sotterrando il rivale diretto sotto 16 metri. Neanche più la Coppa Italia a consumare energie. Quindi la possibilità di concentrarsi totalmente sulla Champions, cosa che in Europa soltanto il Psg può permettersi a questo punto. Eppure, a questi ritmi, è forte la sensazione che il grande sogno possa trasformarsi ancora in grande incubo. E con devastante anticipo. La Juve deve dimostrare di avere strategia, personalità e forza per ribaltare lo 0-2 di Madrid. Ma neanche ieri è riuscita nell’impresa.. Com’è successo a Madrid, la Juve sembra aver dimenticato i principi più elementari dell’impostazione, non riuscendo spesso a calibrare tre passaggi di fila oppure a impostare una verticalizzazione convincente. S’è fatta schiacciare. S’è chiusa in area incapace di ripartire. E dall’alto dei 16 punti di vantaggio in 26 giornate, un’enormità, è apparsa a corto di personalità. Le è successo spesso in questo 2019, fin dalla Supercoppa con il Milan. È come se si fosse un po’ dissolto l’effetto magico Ronaldo. Il portoghese è tornato sulla Terra e non può risolvere sempre tutto lui. Ma attorno è peggio. Cancelo è la brutta copia dell’esterno-play-ala d’inizio stagione. Il centrocampo s’è sfilacciato, tra infortuni (Khedira) e involuzioni (Bentancur), sebbene Pjanic dia segnali di recupero e forse si sia riappropriato delle punizioni. In attacco continua il grande equivoco, tra un Mandzukic senza cattiveria, un Dybala ai margini, al di là delle parole di circostanza di Allegri, un Bernardeschi discontinuo”.

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