TORINO – Non capita molte volte a una società come la Juventus ricca di storia – e conseguentemente di viaggi – di conoscere un Paese senza soggiornare mai dalla capitale. Nelle varie avventure vissute in Norvegia la Signora non ha mai avuto il piacere di giocare un incontro a Oslo: il centro dei suoi impegni è spostato 500 km più a Nord, esattamente a Trondheim, poco meno di 200.000 abitanti, vero luogo d’eccellenza per quanto riguarda il pallone. Merito del Rosenborg, club affrontato ben tre volte in Champions League in un lasso di tempo molto ristretto, cinque edizioni nelle quali i bianconeri di Norvegia hanno fatto la parte dei dominatori in patria (si vede che i colori aiutano a essere grandi…). Anzi, per la verità l’egemonia della squadra è più lunga e ha fatto davvero epoca, essendosi esercitata per 13 campionati consecutivi, dal 1992 al 2004. Contribuendo non poco anche alla crescita della nazionale, come attesta la partecipazione ai Mondiali del 1994 (l’Italia la sconfisse per 1-0 nella seconda gara) e soprattutto in quello del 1998, quando Christian Vieri ne interruppe il cammino agli ottavi di finale, ma ancora si ricorda e si celebra la vittoria sul Brasile nel girone.
In Italia, il club di Trondheim acquisisce una più che discreta fama nel 1996-97, andando a eliminare il Milan guidato da Arrigo Sacchi in Champions League, impresa ottenuta grazie a un clamoroso successo a San Siro. Risale a quell’edizione anche il primo incontro della Juve con il Rosenborg, la prima conoscenza dell’impianto che ne ospita le gare interne: il Lerkendal Stadion. La capienza è di 21.850 spettatori ed il momento internazionalmente più prestigioso dalla sua nascita nel 1947 è recente, avendo ospitato nel 2016 la finale di Supercoppa, il derby spagnolo vinto dal Real Madrid sul Siviglia ai tempi supplementari.
UN SOLO RISULTATO
5 marzo 1997: iniziano i turni a eliminazione diretta per la Juventus, impegnata a Trondheim. La gara si accende nella ripresa, in un uno-due nel giro di 60 secondi: vanno avanti i padroni di casa con Soltvedt, pareggia immediatamente Christian Vieri con un implacabile colpo di testa. “E’ stata una partita in cui la Juve non ha brillato”, racconta Hurrà Juventus, “non era in una serata di grande ispirazione e brillantezza, ma ha saputo soffrire lottando con umiltà, sino a chiudere il match in parità”. Quel che più conta è che l’1-1 è la premessa per una gara di ritorno da vivere con una certa serenità di base, sulla quale poi vengono edificati i presupposti del passaggio del turno, garantito da un 2-0 firmato da Zinedine Zidane e Nicola Amoruso.
Ci si ritrova un anno e mezzo dopo. Il 30 settembre 1998 la Signora torna ancora nel profondo Nord per la prima delle trasferte del girone. La pantera arancione, titola il mensile bianconero, omaggiando la divisa dell’eroe di serata, Michelangelo Rampulla. Stavolta l’1-1 è ben più sofferto. Perché se è vero che la Juve passa in vantaggio con Pippo Inzaghi nei primi 45 minuti, nella ripresa arriva il pareggio di Skammelsrud su rigore e lo stesso numero 10, idolo dei tifosi locali, ha ancora dal dischetto la possibilità di ribaltare il risultato. Una sconfitta complicherebbe alquanto le possibilità di qualificazione dei bianconeri, reduci da un pareggio casalingo nel debutto con il Galatasaray. Ma il portiere bianconero è bravissimo a intuire l’angolo di battuta, anche se a fine gara minimizza i suoi meriti: “Sono stato anche fortunato: ho intuito che il norvegese avrebbe tirato di nuovo dalla stessa parte e mi sono tuffato sulla destra. E’ andata bene”.
Tre anni dopo, il 25 settembre 2001, Hurrà descrive il clima che si respira nella città: “Numerosi ma discreti i fans di Del Piero & co. accorsi per l’occasione a caccia di autografi, prima davanti all’hotel, poi all’allenamento di vigilia” e si segnala anche “un folto numero di italiani residenti a Trondheim”. Non è invece una passeggiata di salute il match. Tanto per cambiare finisce 1-1 e il risultato è quanto mai bugiardo: “I bianconeri dominano la gara, colpiscono due traverse e un palo, poi vanno in gol con Del Piero, autore di una prova strepitosa, ma a tre minuti dalla fine vengono raggiunti dal Rosenborg su calcio di rigore”.
BONUS TRACK
Talvolta i film si concludono con didascalie che svelano qualcosa in più della trama, un sottofinale che fa sorridere e ci fa leggere tutto quanto abbiamo visto sotto una luce diversa. Nel nostro caso – ricordando che tutte e tre le Juventus che hanno incrociato il Rosenborg sono guidate da Marcello Lippi e l’unico giocatore in campo per tutti i 90 minuti è il fedele Paolo Montero – si fa riferimento all’unica altra gara disputata in Norvegia dalla Juventus. Avvenne il 20 ottobre 1993, precisamente nella città di Kongsvinger, 6 ore di automobile in direzione sud da Trondheim. Vi stupisce che anche quella partita sia finita 1-1?
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