Il Giornale analizza le perdite della Juventus dopo l’eliminazione dalla Champions League
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“Costa caro l’addio alla Champions, la Juve brucia 286 milioni in Borsa. Un ko che fa piangere i conti. Il titolo in Borsa crolla del 17%”. I costi stimati dell’addio alla Coppa sono 286 milioni di capitalizzazione oltre a 32 milioni di mancati premi. Con il crollo subito dal titolo del club in Piazza Affari (-17% a 1,39 euro), improvvisamente si inizia a ipotizzare lo scoppio di una bolla speculativa. La Juve in Borsa vale diciotto volte il suo patrimonio netto (pari, a fine dicembre, a 79,5 milioni), ovvero il valore dei mezzi propri della società. Un multiplo già di per sé abnorme. Ancora di più se si considera che il raffronto con altre squadre quotate in Borsa: il Manchester United vale 3300 milioni di dollari a Wall Street, un livello pari a 5,9 volte i suoi mezzi propri; l’Ajax vale 2,1 volte il suo patrimonio netto; il Borussia Dortmund vale 2,2 volte il suo patrimonio; la Lazio 1,5 volte, mentre i mezzi propri del Benfica superano seppure per solo un paio di milioni di euro la sua capitalizzazione. Resta fuori la Roma il cui patrimonio netto è negativo per 105 milioni. Non solo. Quello della Juve, a tutti gli effetti, non pare una valorizzazione della squadra giustificata dagli utili: le attese per il club bianconero sono di profondo rosso per l’esercizio in corso (si stima una perdita di 68 milioni), mentre il Manchester United dovrebbe chiudere l’anno con un utile intorno ai cinquanta milioni di euro”.