TORINO – Il Presidente della FIGC Gabriele Gravina ha parlato a La Gazzetta dello Sport.
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“Non sono stupito dal ricorso della Juve sullo Scudetto 2006, mi era stato preannunciato da Andrea Agnelli, con cui mi auguro si arrivi presto ad una stretta di mano che chiuda la vicenda, anche alla luce delle sentenze già emesse.”
Il nostro calcio vive quotidianamente di emergenze che richiedono decisioni eccezionali: l’ultima è il razzismo negli stadi. Cosa sta studiando la Figc?
“È innanzitutto un problema culturale, su cui dobbiamo lavorare tutti insieme, associazioni sportive e istituzioni del Paese, sensibilizzando le famiglie e le scuole. La prevenzione è fondamentale, noi nel nostro piccolo ci stiamo avvicinando all’Europeo Under 21 con un ciclo di lezioni di educazione sportiva nelle classi. Sulla repressione del fenomeno, rispetto le idee del ministro Salvini, ma la Figc deve seguire le indicazioni di Fifa e Uefa. Nel prossimo Consiglio federale di fine mese, semplificheremo l’iter di sospensione delle gare previsto dall’articolo 62 delle Noif: contestualmente all’annuncio dello speaker, il gioco verrà temporaneamente sospeso e le squadre si raduneranno al centro del campo. Se i cori continuano, si va negli spogliatoi. A quel punto il responsabile dell’ordine pubblico deciderà se sospendere o riprendere la gara.”
Dunque, non sarà l’arbitro a prendersi questa responsabilità?
“Lo escludo, l’arbitro deve fare l’arbitro. È impensabile che debba essere lui a prendersi la responsabilità di mandare a casa 50mila persone.”
E chi dovrà segnalare i cori razzisti?
“Ci sono i collaboratori della Procura federale e il funzionario del Viminale: saranno loro a segnalarli al quarto uomo e ad attivare la procedura.”
Sul piano delle sanzioni, è giusto punire questi fatti con la chiusura di interi settori o stadi?
“Io credo che le responsabilità debbano essere personali, altrimenti diventiamo prigionieri di pochi delinquenti. La responsabilità oggettiva delle società è un caposaldo del codice di giustizia, ma riflettiamo se non il sia caso di attenuarla aggiungendo delle esimenti. Se il resto dello stadio, ad esempio, sovrasta i buu con segni di disapprovazione, ne dovremo tenere conto.”
Capitolo Var: la lunga sosta del campionato sarà servita per un check-up arbitrale?
“Le procedure di oggi richiedono una rivisitazione, questo è innegabile. Dobbiamo essere più aperti, forse nel girone d’andata l’intervento della video assistenza si è interpretato, a volte, come un peccato di lesa maestà. Però anche noi dobbiamo aiutare gli arbitri con le nostre dichiarazioni, non possiamo continuare ad additarli come i responsabili di uno sfascio. Spero che le feste natalizie abbiano riportato un po’ di serenità.”