TORINO – L’allenatore del Milan Rino Gattuso ha parlato dopo la sconfitta con il Torino ai microfoni di Sky.
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SQUADRA – “Siamo stati abituati per un periodo a saper soffrire, nelle ultime 7/8 partite succede sempre qualcosa, la squadra non riesce a reagire. Se dopo una settimana non reagiamo neanche in allenamento non posso raccontare quello che non vedo, ci vuole sempre onestà”.
IMPEGNO – “La squadra si impegna ma fa fatica, ci divertiamo meno di due mesi fa, tutto questo lo stiamo pagando. In questo momento non siamo brillantissimi, pensiamo troppo, siamo giovani e viene a mancarci l’entusiasmo. Vorrei vedere sempre gli occhi della tigre”.
FUTURO – “Sono legato ai risultati come tutti gli allenatori, la squadra sta facendo figuracce, stiamo facendo fare figuracce ad un club storico e il primo responsabile sono io”.
TATTICA – “Ci siamo trovati tante volte uno contro uno, Suso non veniva mai dentro il campo. Quando mentalmente inizi a pensare troppo possono venire fuori periodi così. Non stiamo bene, non solo fisicamente, prima del rigore non ricordo azioni pericolose del Torino. Dopo il rigore abbiamo perso un po’ la testa ma ci sta, visto il periodo da cui veniamo”.
PSICOLOGIA – “Ci manca la tranquillità, una serie di risultati. La stiamo vivendo male, sembra che ci diamo le mazzate da soli. A Parma abbiamo commesso un fallo ingenuo, oggi idem. Dobbiamo essere più bravi a commettere meno errori possibili. Oggi ho visto una squadra viva, col Parma e con la Lazio non li ho visti, oggi ha fatto quello che doveva fare”.
COLPE – “E’ l’errore che facevo da giocatore e mi è rimasto, devo crescere. Era da un po’ di anni che non arrivavamo a giocarci il quarto posto a quattro giornate dalla fine. Non siamo la miglior squadra d’Italia, possiamo migliorare. Un allenatore fa delle scelte, sicuramente ho sbagliato anche io. Devo migliorare sicuramente”.
GIOCATORI – “Mi piace parlare sulla postura del corpo, su come vogliamo attaccare e costruire, ogni giocatore ha un carattere, ci vuole del tempo per farglielo cambiare. Si può lavorare sui concetti, sul resto bisogna lavorare in più”.
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