TORINO – Alessandro Florenzi, difensore di proprietà della Roma ora in forze al Valencia, ha parlato ai microfoni di Sky Sport della situazione che sta vivendo in Spagna.
Innanzitutto come stai e com’è la situazione in Spagna?
“Sto bene, mi trovo bene a Valencia. Sono in casa come tutti ho la fortuna di godermi le mie due figlie come non ho mai fatto. Mi alleno per quel che posso. L’iter spagnolo è come quello dell’Italia, siamo andati in quarantena prima e il contagio si è attenuato. Ora attendiamo il governo su come ricominciare”
Ci parli della partita con l’Atalanta, come l’avete vissuta?
“Intanto ringrazio la varicella (ride, ndr) è arrivata al momento giusto, quella partita qualcosa ha scaturito a livello di contagi. Per la prima volta giocavamo a porte chiuse, forse la seconda partita non andava giocata, come è successo per il Getafe e la Roma a Siviglia. Da noi ci sono stati dei casi, non so se legati a quella partita ma sicuramente poteva essere giocata a porte chiuse o non giocata”
Differenza tra Spagna e Italia dal tuo punto di vista?
“Il calcio qui è più aperto, ho notato che c’è la stessa passione ma non si vive come in Italia e a Roma. Per andare a Getafe noi siamo andati in treno, avevo visto che pacheggivamo sempre molto distanti dalla stazione, siamo arrivati a piedi, abbiamo fatto la file senza guardie del corpo. Siamo passati e abbiamo preso il treno, Non c’è la passione che c’è a Roma, siamo un po più liberi”
COme mai hai scelto il Valencia?
Volevo fare un’esperienza all’estero, l’idea è nata dopo aver parlato con Fonseca e insieme abbiamo preso questa decisione per il bene di tutti. Ho chiamato anche il ct Mancini, e lui è stato molto aperto per lui l’importante è che io giocassi”
Nella tua testa questa è solo una parentesi?
“Non lo so, io ho sempre fatto dei progetti a lungo termine, questo virus mi ha insegnato a vivere giorno per giorno, a capire cosa può darmi ogni giorno, il qui e ora. Non posso dirti cosa fare l’anno prossimo, ora penso a finire qui la stagione nel migliore dei modi”.