TORINO – L’attaccante della SPAL Sergio Floccari ha parlato intervistato dai microfoni de La Gazzetta dello Sport.
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CARRIERA – “Cosa racconterò ai nipoti? Gli parlerò del mio percorso: che partire da lontano, da un bellissimo posto che ai miei tempi aveva pochissima vetrina, non significa perdersi. Ma arrivare. Una volta, ero a Treviso ed avevo 16 anni, mi sono detto: se l’anno prossimo gioco ancora in Promozione, beh, torno a Vibo, a casa. L’ho detto a mio padre, ex comandante dei vigili, e lui: “Ma che torni a fa’?”. E anche questo mi ha dato più forza e insistenza”.
MESSINA – “La doppietta alla Juve con il Messina? Centrali difensivi loro: Thuram-Cannavaro. In porta, Buffon. In mezzo, Nedved e poi altri campioni. Ne mancavano tanti, toccò a me andare in campo. Primo gol: palla in profondità, sguscio fra Cannavaro e Balzaretti, gol. Il secondo: angolo, colpo di testa. Mio padre credo abbia fatto le ripetute sui gradoni della tribuna. Io? Felice ma di carattere non sono uno che svolazza, da sempre”.
LAZIO – “Semifinale di ritorno di Coppa Italia, quella che poi vincemmo contro la Roma e che ci diede derby, Coppa e Europa. Vantaggio nostro e la Juve pareggia al 90’. Siamo sotto un treno. Poi sbuco io: gol al 94’. Super”.
SPAL – “E’ stato detto tutto sulla squadra schierata da Allegri: intanto la Spal aveva già battuto Roma e Lazio, quindi è in un momento che fa certe prestazioni; poi, credo che certi discorsi possano essere di poco rispetto per chi c’era e penso che guardare gli altri non vada bene. L’ho imparato vivendolo”.