di Fabio Marzano
TORINO – Sabato alle ore 18, all’Allianz Stadium la Juventus riceverà il Milan di Gennaro Gattuso, con i rossoneri che sono alla ricerca di 3 punti fondamentali per la corsa alla zona Champions. I bianconeri, dal canto loro, avranno a disposizione un test validissimo in vista della delicata trasferta di Amsterdam contro l’Ajax, in programma per il 10 aprile. Ad analizzare quello che sarà il big match di Torino è stato un grandissimo doppio ex di entrambe le squadre, Aldo Serena che, ha cortesemente rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva alla nostra redazione.
Considerando il fattore casa che gioca a favore dei bianconeri e quello della Champions che potrebbe giocargli contro, che tipo di partita si aspetta tra Juventus e Milan?
“Penso che per la Juventus la partita di Cagliari sia stata un bel banco di prova perchè non aveva fatto molto bene in casa qualche giorno prima. Nella gara contro l’Empoli non ha fatto vedere cose spettacolari, anzi, l’Empoli nel primo tempo ha giocato molto meglio. La partita di Cagliari di conseguenza è stato un ritornare con quell’intensità, con quel desiderio, con quella forza, con quella voglia, di qualche tempo fa. Sicuramente tutto questo fa bene per affrontare sia il Milan che l’Ajax in Coppa. All’Allianz Stadium quando ci sono partite di alto profilo è difficile che la Juventus le sbagli, d’altra parte il Milan è in un periodo involutivo, un momento difficile e che ha perso Paquetà. Innesacava gli attaccanti in ogni momento per la qualità tecnica che ha, manca anche Donnarumma però la sua alternativa è di livello ottimo”.
In momenti come questi, cosa passa nella testa dei giocatori quando sai che poco dopo devi giocare una partita decisiva per la stagione? Può condizionare la gara precedente, in questo caso quella contro il Milan?
“E’ vero che la testa va all’incontro con l’Ajax. Anche perchè l’incertezza sull’impiego o meno di Ronaldo può creare qualche problema a tutti, però Juvnetus- Milan è sempre una partita che ti da degli stimoli in ogni caso, anche se il campionato è finito e non hai più niente da chiedere. Io ne ho giocate varie, anche in Coppa Italia o amichevoli, però sono situazioni quando si confrontano queste due squadre mai banali, le motivazioni sono alte lo stesso. Anche se poi la partita della prossima settimana ad Amsterdam è una gara che catalizza un pò l’attenzione di tutti e anche il pensiero, però quando entri in campo e parti non c’è più nulla, non è che pensi alla partita successiva”.
Il suo ricordo più bello che ha in un Juve-Milan?
“Io ho giocato da entrambe le parti. Il più bel ricordo è legato allo scudetto dell’86, perchè noi avevamo un gran vantaggio inizialmente ma la Roma ci aveva rimontato e stava andando benissimo, mentre noi siamo arrivati alla fine del campionato un po logori. La partita in casa per noi era Juventus-Milan all’ultima giornata e l’altra era Roma-Lecce, con i pugliesi già retrocessi. Vincemmo 1-0 e mi ricordo perfettamente l’azione con un pallone lungo da destra, mi sembra di Mauro, io sono saltato in area di rigore, ci siamo ostacolati un pò e la palla è scesa a terra, cross in mezzo di Briaschi e Laudrup tutto solo che, ha fatto venire un pò di brividi quando ha stoppato il pallone ma poi lo ha messo dentro con tranquillità. Li abbiamo vinto 1-0 e poi vincemmo il campionato perchè la Roma perse in casa 3-2 con il Lecce. E’ legato a quella partita che si è rivelata poi la partita scudetto”.
Secondo lei Kean può essere il futuro sia della Juve che della nostra Nazionale?
“Io penso proprio di si. In Nazionale la concorrenza come prima punta non è fortissima, perchè stanno crescendo dei ragazzi interessanti sugli esterni ma come prime punte probabilmente non ha una gran concorrenza. Deve sgomitare invece per trovare spazio con la Juventus. Fa bene a fare cosi perche non sbaglia un colpo, ogni volta che viene chiamato in causa segna e fa queste azioni ottime. Io credo che la Juventus lo stia valutando molto perchè è un giocatore che ha potenzialità enormi e si è costruito nel tempo, ha lavorato duro e si è fatto una sua struttura, è diventato molto potente, non solo agile. Alla Juve, soprattutto quando si ha 19 anni non è semplice quando si hanno davanti giocatori del calibro di Mandzukic, Ronaldo, Dybala, però sono sicuro che la società gli rinnoverà il contratto per sfruttare al meglio la sua giovinezza e la sua intraprendenza”.
In questo periodo si sta parlando tantissimo di Icardi e Dybala, secondo lei è consigliabile che entrambi cambino aria per affermarsi e confermarsi o possono continuare con i loro rispettivi club?
“Icardi ha un rapporto con la tifoseria, soprattutto con la curva, molto difficile, per lui la vedo molto più complicata la permanenza all’Inter rispetto a quella di Dybala alla Juve. Dybala sicuramente non sarà contendo di questa sua stagione perchè da simbolo, da giocatore determinante e di riferimento nelle passate stagioni, quest’anno è arrivato Ronaldo che ha un po annullato tutti i parametri precedenti. Il riferimento a Cristiano è così forte che ha nascosto un pò tutti gli altri, però ecco, Paulo ha quelle qualità che può ritagliarsi uno spazio. Se poi non è più convinto è giusto che se ne vada, però credo che giocare accanto a un giocatore come CR7 e vedere tutti i giorni come si diventa campioni, quindi, gli atteggiamenti negli allenamenti, fuori e dentro dal campo, le giocate, i gol, ecco che uno potrebbe anche fare un’esperienza per vivere accanto ad un fenomeno e quando il tempo lo vorrà essere il leader indiscusso come lo è stato e lo è tutt’ora Ronaldo. Se invece dovesse cambiare società, tra un anno o due avrebbe capito come si diventa campioni a tutto tondo, per cui io penso che se lui dovesse andare a bussare alla società e dovesse dire che non si sente realizzato, non credo che la Juve lo trattenga, come non ha mai fatto con nessuno”.
Secondo lei la Juve può vincere la Champions?
“La Juve lo ha fatto vedere con la vittoria in casa contro l’Atletico dove ha messo paura un pò a tutti in Europa. La semifinale sarà quasi sicuramente contro il City se le cose dovessero andare secondo i valori e sarà un banco di prova enorme perchè ti confronti contro una squadra che gioca bene e che sta crescendo di anno in anno. Per vincere perdevi battere quelli più forti, la Juve ha la forza e ha le possibilità ma non è semplice”.
Dato che lei ha vissuto anche nell’epoca di Platini, Maradona e Van Basten, volevo chiederle se trova delle analogie con i Ronaldo e Messi di ora e chi secondo lei è il più forte tra questi?
“Negli anni 80 c’erano da Maradona a Platini, Van Basten, Gullit, Feller, erano tutti qui i più forti. Poi fare paragoni in epoche diverse è sempre difficile. Van Basten è arrivato leggermente dopo, nel 87 quando Platinì ha smesso, quindi il dualismo nella parte centrale degli anni 80 è stato tra Maradona e Platinì. Poi è arrivato Van Basten e si è confrontato con Maradona con Feller e con i più grandi che erano qua. Io ho giocato con Platini e quindi bicocche è stato straordinario, strepitoso, 3 volte consecutive capocannoniere e Pallone d’Oro, trequartista di metà campo che faceva di tutto. Però ho giocato anche con Van Basten e come centroavanti puro era inarrivabile perchè era alto 1,88, aveva un’agilità di un brevilineo, devastante. Quei due mi hanno impressionato mentre con Maradona non ci ho mai giocato, solo una volta contro ma era fortissimo, era un estroso che ti faceva innamorare perchè faceva delle cose che nessun altro faceva. Quando lui arrivò in Italia io giocavo al Torino e ci fu Torino-Napoli dove vincemmo 3-0 e ho fatto 2 gol. In quella partita lui non aveva ancora ben capito come funzionava il nostro calcio perchè veniva dalla Spagna con delle difese molto più facili da affrontare e noi ne abbiamo approfittato di quel suo momento di forma”.
Ringraziamo gentilmente Aldo Serena per la sua disponibilità, intanto in casa Juve si pensa al prossimo colpo di mercato.>>> CONTINUA A LEGGERE
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