Nel suo editoriale per Il Corriere della Sera, Daniele Dallera ha parlato VAR e delle decisioni arbitrali
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“Pare quasi che la Var metta paura, soprattutto a chi crede di sapere già tutto, oltrepassando i confini della presunzione. Se si è convinti di essere il più bravo, magari gliel’hanno anche detto, errore gravissimo di quei capi buonisti in vena di complimenti generosi, quell’arbitro così sicuro dei propri mezzi farà a meno di quell’aiuto tecnologico che ha segnato l’ultima rivoluzione del calcio, addirittura la più importante. La rivoluzione l’arbitro saccente non la accetta, guai a subirla, e se proprio rivoluzione deve essere, la vuole fare e guidare lui. Passando così, magari senza volerlo, dall’atto insurrezionale alla dittatura. «Qui comando io» pare dire Fabbri, arbitro di Juve-Milan, che nega un rigore evidente ai rossoneri, al punto tale che lo concederebbe anche Allegri (sicuro di rimontare e battere gli avversari, proprio com’è successo, anche senza rigore… La Juve è troppo forte non ha bisogno di regali, anzi le fanno persino male). Il domandone però resta: ma come si fa a non vedere ciò che tutti, ma proprio tutti, hanno notato, osservato e giudicato senza essere dotati di alcun sapere arbitrale? Fabbri passa per essere un giovane sul quale poter contare, uno dei vanti della nuova generazione, sulla quale però forse qualche serio dubbio è giusto averlo”.