Nel suo editoriale sul Corriere dello Sport Italo Cucci, torna sui buu razzisti contro Moise Kean
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“Moise Kean bambino del giorno. Un po’ per l’ennesimo gol juventino, molto per i buu che s’è beccato a Cagliari dopo il gol decisivo. I buu che hanno diviso più che il popolo del calcio la platea dei moralisti, perbenisti e gazzo? Votate. Votate. Votate. Lo scrutatore obiettivo trova che alla fine si tratti di un confronto di stupidità sottolineato da Bonucci, esibitosi in un unicuique suum tipo papa Francesco; quello meno papale come me vorrebbe che non fosse tirata in ballo la provocazione ma quale provocazione? sennò ci ritroveremmo in quei vecchi tribunali dove veniva scagionato il violentatore “perché Lei provocatrice! aveva le zinne e le chiappe al vento”. E aggiungo: si tratta anche di insegnare ai giovani talenti, bianchi o colorati, un po’ di educazione professionale. Soprattutto se hanno il padre che si tuffa nel piatto mentre Moise dice che preferisce la mamma. Quello che i detrattori di Icardi sostengono è che Maurito sia un pupone in mano alla strega: e del diciannovenne Moise che non ha la Wanda a incattivirlo, cosa dobbiamo dire se non che gli serve un maestro di buone maniere calcistiche? Senza montare l’ennesima campagna antirazzista contro un razzismo che non c’è evocato dai soliti disfattisti che prendono compiaciuti lezioni da Juncker. In fondo, sarebbe bastato che l’arbitro Giatomelli fischiasse una mini sospensione del match e tutto sarebbe finito lì. Fermando i buu e consentendo a Allegri di dare una lezione a Kean attraverso una storia: “C’era una volta Balotelli…”