Sul suo editoriale per Tuttomercatoweb Michele Criscitiello ha parlato della serie A dopo l’ultima giornata di campionato e della Champions.
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“Voi, giustamente, vorreste parlare della Juventus che si gioca la Champions, del Milan che sogna il ritorno nell’Europa che conta, del caso Icardi e del Napoli che prepara tre colpi per l’estate. Vi devo deludere. Non fregherà niente a nessuno ma sappiate che ieri c’è stato il funerale del calcio italiano. Pochi presenti in Chiesa, la solita omelia, le solite parole “sarà l’ultima farsa” come se ci fossimo dimenticati che soltanto 12 mesi fa il Modena falsava il campionato, poche settimane fa il Matera veniva escluso dalla serie C, al Como non accettavano l’iscrizione perché il cash non dava garanzie e serviva la fideiussione e l’80% dei club di serie C non è in regola perché ha presentato una fideiussione falsa. A dirlo non sono io ma Bankitalia. Cuneo è solo l’ultima barzelletta di un racconto che, però, non fa più ridere. Tanto sapete cosa c’è di nuovo? Nulla! Della serie C non importa niente a nessuno, oggi se ne parla qualche ora, domani qualche minuto e mercoledì quando ti chiederanno di Cuneo-Pro Piacenza non sapranno neanche il risultato finale…. 20-0! Robe da 1924. La Pro Piacenza, qualcuno la chiama il Pro Piacenza, la verità è che neanche dovrebbe comparire più nella geografia del calcio italiano, si è presentata con sette bambini, un massaggiatore e un bambino a fare da allenatore per non essere esclusa dal campionato per la mancata presenza al campo per la quarta volta consecutiva. Una pagliacciata che andava evitata. Uno schiaffo al calcio e a chi lo definisce ancora professionismo. La serie C non può essere considerata più calcio professionistico. 60 società sono tante e già 40 basterebbero e forse avanzerebbero. Due gironi, da subito, a 20 e chi non può iscriversi neanche deve iniziare il campionato. Noi siamo tifosi di Gravina ma quando dice che sarà l’ultima farsa sta mentendo prima a se stesso e poi a noi. Se non si cambiano le regole, i format e le normative sarà sempre così. Servono garanzie reali per iniziare i campionati, non bastano i soldi dell’iscrizione e le fideiussioni farlocche. Il problema è alla base. I soldi per mantenere 60 club non ci sono. Fatevene una ragione. Se una società tra minutaggio, diritti tv, mutualità e poco altro porta a casa 650.000 o 700.000 euro all’anno non può permettersi di spendere, se tutto va male, 1.400.000 euro per mantenere la squadra, fare le trasferte, pagare stipendi e tasse e gestire lo stadio. Non c’è una società di serie C che si mantiene da sola, non c’è una società di serie B che fa utile e su 20 società di serie A stanno in piedi due o tre club. Lo capite che questa industria è fallita nonostante faccia girare miliardi di soldi? La serie C è allo sbando. L’unica Lega che si mantiene da sola è la Lega Nazionale Dilettanti che compone 9 gironi, 166 società, li fa ammazzare tra di loro per 9 promozioni con play off che non servono a nulla, intasca da ogni società 18.000 euro di iscrizione (circa 3 milioni annui, più le multe che si fanno ad hoc arriva a quasi 4 milioni di euro) e sapete quanti ne distribuisce ad ogni società? Zero! C’è il bonus babbà per chi fa giocare più giovani, ma rischia la retrocessione, e incassa sui 15.000 euro. Lo vincono in 3 per ogni girone. Visibilità zero e uffici a Piazzale Flaminio che potrebbe permettersi solo l’Ambasciata Americana. Torniamo alla serie C. Cuneo segna un punto di non ritorno. Ma che ci sono calciatori per strada, piazze cancellate dalla geografia del pallone non interessa niente a nessuno. Questo è quello che si merita una Lega che consegna la poltrona di Vice Presidente ad una attrice che il calcio l’ha visto solo durante la registrazione del film “Notte prima degli esami”. Chi è causa del suo male pianga se stesso. Sicuramente il problema non è la Capotondi, adesso, ma se questi sono i segnali e i personaggi della rinascita ci meritiamo il funerale di Cuneo. Mi avevano detto che la Capotondi, per ricoprire il ruolo di Vice Presidente di Lega Pro, percepisse 60.000 euro annui. Mi hanno ufficialmente smentito la notizia, dicendomi che ne prende zero. Spero che la seconda risposta sia quella giusta, altrimenti, cerco casa al settimo piano, ben arredata, libera subito per buttarmi giù”.
Una osservazione sul Cuneo, che questa sera alle 23.00 sarà ospite in massa a Sportitalia. C’è qualcuno che dice che si sarebbe dovuto fermare sul 5-0. Così falsi la classifica cannonieri, la differenza reti e menate varie. Il problema non è il Cuneo che ha onorato la sua prestazione, ne poteva fare 50 e doveva farli. Il problema è chi consente questo scempio. La 10 al massaggiatore resta l’emblema di questa stagione. Come voler dire… anche io posso fare l’esordio in serie C. Fisicamente reggo i primi 5 minuti, poi male che vada mi mettete in porta. Venerdì ho giocato a calcetto con amici e colleghi; è finita 12-10, ce la siamo giocata, gara combattuta e se fosse finita 20-0 avrei bucato il pallone.
Parliamo di calcio, almeno, ci proviamo. Leonardo su Piatek ha avuto ragione. Le riserve sul polacco erano molte. Più sul costo dell’affare che sulle qualità del calciatore. 35 milioni di euro, più bonus, per uno che ha segnato solo 4 mesi sembravano un azzardo. Poi mettici che segnare con il Milan non è facile come segnare con il Genoa e fai un cocktail di dubbi. Invece Leonardo, questa volta, ha avuto ragione. Ci togliamo il cappello e andiamo a chiedere l’elemosina davanti la Chiesa che ha celebrato il funerale del calcio italiano, a Cuneo. Piatek li vale ma se continua così ne varrà 70. Ha avuto un impatto con il Milan devastante e ridere di gusto della parte di Higuain è la soddisfazione più grande della dirigenza rossonera. Leonardo, 1-0 palla a centro. Ma possiamo subito pareggiare i conti perché su Gattuso-allenatore, Leo si sbagliava e i fatti stanno dimostrando che quello che dicevamo su Rino era tutto giusto. Un grande allenatore oltre che un grande motivatore. Fare quello che sta facendo Gattuso, con tanti infortunati e una situazione gestionale non semplice, non era una passeggiata. Gattuso ha vissuto in bilico più di un circense che passeggia su un filo con un piede avanti e uno dietro. Ha lavorato e ha dimostrato di essere un grande. Il Milan lotta per la Champions, può arrivare fino in fondo e i calciatori che dedicano al proprio allenatore le storie sui social è il regalo più bello per un Mister. Gattuso lo amano tutti per tre ragioni: è uno vero, è un buono e ha le palle. Lunga vita a Gattuso e al Milan. Leo, 1-1…
All’Inter, invece, stanno uscendo di testa: Icardi e WandaNera stanno mandando al manicomio i dirigenti. Marotta non si fa intortare facilmente da due ragazzini ed è spinto dal popolo del web che vuole fustigare Maurito. Fin qui tutto normale ma togliere la fascia e non farlo rinnovare non gioverebbe certo al club. La gestione del rinnovo dell’argentino è stata sbagliata sin dall’inizio. Ne avevamo già parlato. Poi la figura di Wanda-Nera inizia a diventare davvero stucchevole. Scrive più lei sui social della Ferragni che lo fa di mestiere. Scrive cose sbagliate e fuori luogo e, sinceramente, quella che sembrava la famiglia del Mulino Bianco oggi sembra una gabbia di matti. Vuoi vedere che fece bene Maxi Lopez a scappare da tutti loro e quello intelligente era lui ad aver capito tutto prima degli altri?”
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