TORINO – Sei calciatori all’ora, solo la mattina e senza tecnici ma con un presidio sanitario d’emergenza, da lunedì il Sassuolo apre il Mapei Football Center per “sedute individuali facoltative”. Da martedì il via libera è anche per quelli del Bologna a Casteldebole, accedendo solo ai campi, rispettando le norme di distanziamento, senza allenatori e senza usare spogliatoi, palestra e uffici. Farà lo stesso il Parma dalla prossima settimana, che riapre il centro di Collecchio. La Serie A muove i primi piccoli passi dopo oltre due mesi di stop per l’emergenza coronavirus, favoriti dall’ordinanza regionale dell’Emilia Romagna, capofila nell’anticipare a lunedì l’inizio della fase 2 del calcio, previsto per il 18 maggio nei piani del Governo Conte. E l’effetto domino già c’è: l’ha seguita la Sardegna e pure il Lazio di Nicola Zingaretti, segretario del Partito democratico, una delle colonne dell’esecutivo, e un’altra regione a guida Dem come la Campania, ha mandato a Palazzo Chigi un parere favorevole allo svolgimento, con le stesse accortezze, degli allenamenti del Napoli, sollecitando “ad horas la condivisione”.
Lo stesso ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, a quanto apprende l’ANSA, ha scritto ieri al comitato tecnico scientifico “di valutare la possibilità di allenamenti individuali” per il calcio. Insomma riaprono i centri sportivi, con la possibilità però che alcune squadre, come quelle emiliane, arrivino con due settimane di allenamenti individuali in più alla ripresa rispetto alle prime avversarie, l’Inter e la Juventus, che fra l’altro ha diversi calciatori all’estero. Il Napoli invece li ha tenuti tutti in città ed è pronto a richiamarli a Castelvolturno, e lo stesso discorso vale per l’altra squadra che più sta spingendo per portare a termine il campionato, la Lazio. Che adesso, come la Roma, avrà la possibilità dal 6 maggio di riprendere gli allenamenti individuai e nelle forme strettamente regolamentate con il via libera da parte della Regione (ANSA).