Cairo: "Modifiche alla Champions? Bisogna tenere conto del movimento che sta nascendo" - JuveNews.eu

Cairo: “Modifiche alla Champions? Bisogna tenere conto del movimento che sta nascendo”

Cairo
Il presidente del Torino ha parlato

TORINO – Il presidente del Torino Urbano Cairo ha parlato intervistato dai microfoni de La Gazzetta dello Sport. 

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“C’è un serio problema politico e di democrazia. Tutti i club con cui ho parlato dicono di non sentirsi rappresentati dall’Eca, anche se sono tra i 109 che ne fanno parte. E il processo decisionale Uefa va rivisto. Dobbiamo cambiare la governance, come ha detto Olsson”.

Perché un problema di democrazia?
“Intanto perché nel board dell’Eca, su 15 componenti, nove sono top club. E poi perché nel comitato Uefa che propone le riforme, su 18 membri, ben 13 sono espressione dell’Eca, e sette di loro dai top club. Non è difficile avere la maggioranza con questi numeri. C’è poca democrazia. Come ha detto Tebas, la governance del calcio va cambiata.”

Che cosa può succedere?
“La maggioranza dei club europei è contraria a questa riforma in maniera inequivocabile Continuando così ci sarà una rivolta assoluta, una guerra civile del calcio. Se l’ottanta per cento non è d’accordo si rischia una spaccatura totale, una guerra fratricida. Perché sarebbe una specie di colpo di stato di pochi club. Abbiamo visto le cifre….”

Quali cifre?
“Negli ultimi 26 anni di coppe, i 14 club più ricchi hanno ricavato 7 miliardi di euro. Secondo le proiezioni, 7 miliardi è la stessa cifra che prenderanno semplicemente nei prossimi 6 anni. Aumenteranno così gli squilibri, i forti si permetteranno sempre più acquisti e più top player. Il 15 per cento dei calciatori avrà stipendi super, agli altri resterà molto poco.”

Cosa diranno le Leghe a Nyon?
“Andranno a sentire l’Uefa. Non si può discutere di proposte che non ancora si conoscono. Sì, Agnelli è intervenuto, si è portato come guardaspalle Van der Sar, ma il suo è stato un intervento tremolante. Non ha detto niente. “Rispettiamo tutti”, sì, ma a parole… Dice una cosa e ne fa esattamente un’altra. È molto grave. Se passa l’idea del campionato al mercoledì, cosa faranno durante il fine settimana i tifosi delle squadre non qualificate nelle coppe? Il mercoledì la gente lavora. Mi pare sia intervenuto anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti. Qui rischiano i campionati. La Liga ha fatto uno studio: perderebbe oltre il 45 per cento dei ricavi. Cose di una iniquità incredibile.”

Agnelli dice che sono soltanto speculazioni…
“Dice che discutiamo di aria fritta? Allora dovrebbe smentire queste voci. Dovrebbe dire che non si gioca nel weekend, che nel futuro non conterà il ranking storico, e confermare invece che le prime quattro del campionato si qualificano sempre per la Champions League.”

Lei che cosa propone?
“Un tavolo aperto in Lega per una proposta italiana da portare alle Leghe europee. Parlando sempre di ripartizione e di aumento dei profitti. Può darsi che i profitti non possano aumentare, ma intanto parliamo di come dividerli. Anche le altre leghe, quella inglese, quella spagnola, devono fare delle proposte.”

Totale sintonia con Tebas?
“Tebas è la persona che ha capito di più il calcio, e non è un caso che io abbia tentato di portarlo in Italia. È un genio e non fa gli interessi della Liga, ma quelli del calcio europeo. Tebas ha una visione europea.”

Quando si deciderà qualcosa sulla nuova Champions League?
“Non c’è fretta, non è necessario farlo entro la fine dell’anno. Possiamo anche farlo nel 2020. Devono tener conto del movimento che sta nascendo.”