TORINO – Il portiere della Juventus Gianluigi Buffon ha parlato intervistato dai microfoni de Il Corriere dello Sport.
“Il lockdown? Non ho fatto nulla per due mesi, ma quando siamo ripartiti è bastata una settimana di allenamenti ed ero quello di prima, ero quello di sempre. Sono contento, alla fine, per me era importante chiudere dei cassetti, altrimenti qualcosa sarebbe rimasto incompiuto. Avevo un obiettivo: arrivare ai 10 scudetti, visto che due me li hanno scippati. Ci sono riuscito. Anche il record di presenze mi fa piacere. Ma non è stato un anno facile. Io mi sono sempre adattato, di natura sono altruista, però dovevo fare i conti con ciò che ho rappresentato e che penso ancora di rappresentare”.
“Sono veramente contento di me come persona. Ho sempre creduto che bisognasse fare gruppo, che chi stava dietro dava il suo contributo come chi stava davanti. Ma un conto è dirlo, un conto è esserci. Mi sono messo alla prova. E sono fiero di me stesso, perché la prova l’ho superata. Questo è stato veramente un anno diverso, per me: fare il secondo, non volere la numero 1, non volere essere capitano. Ho sempre detestato i gradassi e questo era un modo per mettermi alla prova, per dire: io non lo sono. Sportivamente, quando sono stato chiamato, ho risposto sempre bene, dimostrando di essere ancora competitivo”.
“Io vivo di sogni e utopie. Vivo di questo e non posso pensare che sia diversamente. Mi fa bene anche al fisico. Se non ho un capello bianco, è per quel 20 cento di follia fanciullesca. Non posso pensare che mi venga meno l’entusiasmo.”