Su Repubblica.it Fabrizio Bocca è tornato sulle polemiche della finale di Coppa Italia
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"E’ stata una Coppa Italia che ha continuato a rovesciare le cose, i destini e i pronostici fino a quando la Lazio non l’ha alzata nel cielo dell’Olimpico. Fino all’ultimo. Una volta uscita la Juventus di Ronaldo, buttata fuori dall’Atalanta, e una volta uscite tutte le altre big, alla fine si pensava che fosse l’anno giusto per i bergamaschi e per Gasperini. L’Atalanta è la squadra dell’anno e Gasperini pure è la squadra dell’anno. Fino a metà partita e oltre si è pensato che l’Atalanta stesse guidano la manovra e reggere agevolmente i fili del suo destino, che insomma potesse vincerla davvero. Ma evidentemente non si erano fatti i conti con Simone Inzaghi, allenatore giovane e mai troppo rispettato fino in fondo, spesso criticassimo. Invece è stato lui, con le sue mosse, i suoi inserimenti a cambiare la partita consentendo alla Lazio di dominare quei venti minuti finali e dunque di vincere un trofeo oggi sempre più importante. Se tutto il resto o quasi lo vince la Juve diventa vitale esserci nei rari momenti in cui il mostro a sette teste si distrae. La Lazio in questi anni è sempre stata competitiva almeno in Coppa Italia, ha fallito la qualificazione in Champions League, ma in Coppa Italia si è sempre fatta onore. Nelle ultime sette stagioni l’ha vinta due volte (2013 e 2019) e in finale ci è andata ben quattro volteTogliendo Immobile e riservandosi Milinkovic per il momento decisivo della partita, Inzaghi ha permesso alla Lazio di vincere seccamente 2-0 una partita che non era stata affatto facile e che anzi l’ Atalanta aveva abbastanza agevolmente controllato. Ma non fino in fondo. Inzaghi e la Lazio si sono semplicemente presi il meglio, quello che loro serviva della partita. Per una volta Gomez, Ilicic e Zapata, attaccanti straordinari, sono stati innocui e dunque era doveroso approfittarne. Forse questa partita non cambierà il destino di Gian Piero Gasperini (furioso per il mani di Bastos non fischiato e non controllato dal Var) che ancora si deve giocare il posto in Champions League passando per la partita con la Juve di domenica sera. Di sicuro cambierà l’apprezzamento e la valutazione di Simone Inzaghi, arrivato come allenatore quattro anni fa un po’ per caso, qualche volta addirittura un po’ maltrattato e a criticato, ma adesso quasi un pezzo grosso, uno cui portare rispetto. Dopo venti anni, da calciatore e da allenatore, di Lazio può godersi il momento più alto della sua carriera".
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