In un video dal titolo “Un viaggio per Torino insieme ad Andrea Barzagli” l’ormai ex difensore bianconero racconta della sua avventura a Torino dagli esordi fino al momento finale del suo addio alla maglia della Juve
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“8 anni e mezzo. Ero un giovincello quando sono arrivato, ne dovevo fare 30. Paratici, non so come mai veniva a vedermi al Wolfsburg. E devo dire che mi ha svoltato la vita e la carriera, nel senso che ho sempre sognato di andare in una grande squadra, ci ho sperato dopo il Mondiale, non si è realizzato perchè le grandi squadre erano tutte attrezzatissime. Poi ho dovuto fare la scelta di andare al Wolfsurg dove ho avuto la fortuna di vincere uno Scudetto incredibile. Poi è arrivata la Juve e ho detto subito di sì. Poi l’inaugurazione stadio: lì è cambiato tutto nella Juventus. I risultati e le vittorie ti fanno la differenza e ti danno la spinta per crescere ancora di più, però quell’inaugurazione dello stadio, tutta la storia, tutti gli ex giocatori, tutti questi campioni, hanno fatto vedere cosa vuol dire indossare la maglia della Juventus. Poi abbiamo vinto il campionato, quella è stata la spinta in più. La BBBC? E’ nato tutto dalla partita con il Napoli fuori casa: loro giocavano col 3-5-2 e Conte ha avuto l’idea di giocare come loro. Io avevo giocato poche volte a tre, Giorgio uguale, Leo aveva sempre giocato a quattro. Però alla fine si sono incastrate quasi le cose. Poi siamo diventati una corazzata, in Italia abbiamo fatto veramente bene, lo abbiamo fatto anche in Europa e lo abbiamo portato anche in Nazionale. Gli otto Scudetti? Sei arrivato a vincerne otto, e ci sta un anno in cui toppi il campionato. Noi ci siamo andati vicino, perchè il quinto anno siamo partiti male, l’anno di cui parlavo prima in cui abbiamo rischiato di perdere lo Scudetto con il Napoli, però alla fine non vinci perchè hai fatturato più alto, ma perchè ti sei creato una mentalità incredibile”.
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