Sulle pagine de La Repubblica si parla della situazione di Massimiliano Allegri dopo la sconfitta in Champions League
[fnc_embed]<iframe frameborder=”0″ width=”700″ height=”450″ allowfullscreen=”true” src=”https://www.dailymotion.com/embed/video/x72a1wy?autoPlay=1&mute=1″ id=”tv”> </iframe>[/fnc_embed]
Uno Juventino vero fa colazione con caffè e Gazzetta! Risparmia il 50% sull’edizione digitale! Segui la Juventus ogni giorno con l’edizione digitale della Gazzetta dello Sport a 9,99 al mese anziché 19,99.
“A eliminazione ancora calda, Agnelli ha confermato senza esitazione l’allenatore, il quale ha rivelato: «Un paio di giorni fa, gli ho detto che voglio restare». Tutto collima perché cominci il sesto anno juventino di Allegri, ma prima occorre che i due si incontrino (dovrebbe accadere entro la fine del mese) e che discutano più che del rinnovo del contratto, in scadenza nel 2020, dell’evoluzione dei programmi. E qui non è detto che collimi di nuovo tutto. Da qualche tempo ai vertici della Juve si ragiona su un cambiamento di stile, prima ancora che di allenatore. Il nome di Guardiola è una seduzione ricorrente, ma più che altro in sede si sta facendo strada l’idea di un ribaltamento della filosofia tecnico-tattica, anche se sarebbero discorsi rinviati all’anno prossimo. Anche perché fin che c’è Ronaldo lo stile e la tattica di una squadra, di una qualunque squadra in cui ci sia lui, è obbligato: servono dieci uomini forti al suo servizio, al servizio del giocatore e non del gioco, perché Cristiano non è un calciatore collettivo. Metterlo nelle mani di un allenatore schematico significherebbe come minimo irritarlo (e irritare l’allenatore schematico), mentre Allegri è meravigliosamente perfetto per valorizzarne le doti. In ogni caso, l’ombra di Conte in questi caso puntualmente s’allunga. Per la gioia dei tifosi più nostalgici”.