TORINO – L’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri ed il Presidente bianconero Andrea Agnelli hanno parlato dalla sala stampa dell’Allianz Stadium dopo la notizia della fine del rapporto di collaborazione tra il tecnico livornese e la Juventus.
Uno Juventino vero fa colazione con caffè e Gazzetta! Risparmia il 50% sull’edizione digitale! Segui la Juventus ogni giorno con l’edizione digitale della Gazzetta dello Sport a 9,99 al mese anziché 19,99.
AGNELLI – “Non risponderò a nessuna domanda sul prossimo alleantore. Sono qui personalmente per celebrare Max, un alleantore che da solo ha scritto la storia della Juventus. Quando si parlava di 5 Scudetti consecutivi si faceva riferimento agli anni 30, questo Max l’ha fatto da solo. A Maggio del 2013 eravamo a Londra per andare a vedere la finale di Champions tra Borussia e Bayern e Max uscì dall’albergo e, parlando con Paratici, gli dissi che quello sarebbe stato il nostro prossimo allenatore, cosa che diventò dopo 14 mesi, tra le contestazioni generali. Venimmo informati che ci aspettavano a Vinovo, l’autista voleva passare da dietro ma io mi rifiutai perché eravamo convinti della scelta. Max dimostrò grandissimo talento. Più longevo alleantore consecutivo, primo per media punti e percentuale di vittoria, senza parlare di tutti i trofei. Sono numeri incredibili e per me questi sono stati 5 anni bellissimi. Affetto, stima, amicizia, riconoscenza, lavoro, fatica e tante vittorie. Abbiamo vissuto un anno e mezzo da vicino di casa con Barzagli anche. Le famose cene, piacevolissime per la condivisione non solo della Juventus ma anche della vita. I figli, c’è stato un’unione straordinaria tra di noi. Penso alla cavalcata fino a Berlino, l’anno successivo la rimonta con 15 vittorie consecutive, quando tutti preparavano il nostro necrologio, il testa a testa con il Napoli lo scorso anno e quest’anno la vittoria dello scudetto alla trentesima giornata. In questo percorso la cosa che mi rende più orgoglioso è che ho trovato un amico con cui potermi confrontare su tutto. Devo valutare la programmazione della Juventus che non può non andare avanti. A luglio ci ritroveremo per vincere, noi dovremo rinforzare il gruppo, così come la femminile e l’Under 23. Dovremo trovare loro una vera casa, dobbiamo sapere e valutare gli investimenti nelle nuove tecnologie e capire che declinazioni può avere. Sui programmi futuri ho la massima fiducia in Nedved, Paratici e Marco Re che annoia leadership della società. Devo dire che quando immaginavo dopo la sconfitta con l’Ajax di andare avanti con Max ero sincero, poi sono seguite riflessioni che hanno portato a questa decisione che ci mette tristezza e commozione, perchè è stato difficile capire per tutti che questo era il momento giusto per chiudere uno dei cicli più straordinari della storia della Juventus. Grazie per tutto quello che hai fatto.”
“Aldilà delle dietrologie scritte, c’è stato un mese di percorso di professionisti che ha capito che, aldilà di quello che era stato dichiarato dopo l’Ajax, ha portato a capire che questo era il momento giusto di chiudere questo ciclo. Questo è figlio di una consapevolezza e di un’analisi di persone che capiscono il momento di chiudere e di trascinarsi.”
ALLEGRI – “Ringrazio il Presidente per le bellissime parole. Ringrazio i ragazzi per quello che hanno fatto e mi hanno dato. Tutti quanti, Ci siamo tolte tante soddisfazioni, lascio una squadra vincente che ha le potenzialità per ripetersi in Italia e per fare una grande Champions che purtroppo quest’anno non abbiamo giocato per vari eventi. Io avevo espresso il mio pensiero sul futuro e sul bene della Juventus, poi la società ha fatto le sue valutazioni e ritenuto opportuno che l’allenatore per il prossimo anno non fossi io. Questo non cambia nulla, ho ottimi rapporti comunque con tutti. Sono arrivato e ho trovato grandi persone, sono cresciuto e lo siamo tutti e penso sia il momento giusto per lasciarci nel migliore dei modi, con una squadra straordinaria sul piano tecnico e umano. Lascio un Presidente straordinario, Nedved e Paratici che ho conosciuto ragazzi li lascio da uomini e dirigenti importanti. Domani sera bisogna festeggiare perchè ci sono due cose per farlo: una è lo Scudetto, l’altra l’addio di Barzagli che lascia. Dovrà essere una bellissima serata dove festeggeremo questi 5 anni straordinari.”
“Sono sereno, nei rapporti professionali ci si può dividere, è una cosa fisiologica. Non ho chiesto al Presidente rivoluzioni né niente, non eravamo nemmeno arrivati a questo. Quando capisci però che fisiologicamente ti devi separare non puoi farci niente. Abbiamo fatto 5 anni straordinari e bisogna esserne orgogliosi. Sono contento e emozionato però basta perché domani bisogna festeggiare. La Juventus ripartirà nel migliore dei modi il prossimo anno. ”
AGNELLI – “Ho preso questa decisione perchè gestendo aziende bisogna sapere prendere le giuste decisioni nei momenti in cui vanno prese. Solo il futuro ci dirà se saranno state corrette o no. Aldilà delle considerazioni esterne noi viviamo una realtà interna e quando uno entra in un bar e commenta quello che succede in una squadra, se non è dentro le dinamiche non potrà mai sapere tutte le dinamiche per cui vengono prese delle scelte. A me non piacciono gli Yes Man, si ascoltano le opinioni e si prendono decisioni. Chi non regge queste pressioni non può gestire società sportive o aziende.”
ALLEGRI – “C’è sempre stato un dibattito e un confronto con giornalisti e altro, alla fine bisogna centrare gli obiettivi della società e alla Juventus significa vincere. Abbiamo vinto un campionato e una supercoppa, poi giocare male dipende dal risultato finale che condiziona le opinioni. Io allenatore dovrò sempre analizzare la prestazione non il risultato. Anche le partite di calcio sono strategia, capire i momenti della partita, non sempre si può giocare bene, quelle che ti fanno vincere lo Scudetto sono quelle giocate male ma vinte, caratteristica di una squadra vincente. A nessuno piace perdere, poi se uno si accontenta di perdere e di giocare bene non è cosa che fa per me. A Cagliari avevo fatto 0 punti in 5 partite e mi dicevano che giocavo bene. Le partite vanno vinte, giocando bene o meno bene a seconda dei momenti della stagione. Quando abbiamo fatto 15 vittorie nell’anno della rincorsa non giocavamo bene, Buffon fede il record di minuti senza prendere gol, eravamo solidi, difendere a calcio non è vergogna. La partita che abbiamo fatto a Cardiff non l’abbiamo persa perchè loro hanno fatto più gol, ma perchè loro hanno difeso meglio di noi e loro hanno vinto. Ancora non ho capito cosa vuole dire giocare bene eppure qualcosa ho vinto. Nella vita ci sono le categorie, così come per i giocatori ci sono anche per gli alleanatori. Se uno non vince mai, e gioca bene, ci sarà un motivo, se chi vince è sempre lo stesso ci sarà un motivo anche per quello. Ho avuto Cellino al Cagliari, che ha riportato ora il Brescia in serie a in un anno. Chi vince è più bravo degli altri, punto.”
“In questi 5 anni sono stato coinvolto in tutti gli aspetti della società, dal mercato all’organizzazione di marketing, ho sempre preso parte alle decisioni. Di questo sono sempre andato fiero, qualcuno mi ha visto come uno yes man ma io facevo solo riflettere sulle problematiche della società. L’allenatore in una società simile deve conoscere tutto, dai problemi alle cose che vanno meglio, e a me questo piace.”
“Io da quando sono arrivato qui mi sono sentito juventino, avevo il poster di Platini da piccolo, era un giocatore che mi affascinava per come giocava a calcio. Sono sempre rimasto juventino, che vuol dire far parte di una famiglia che è 120 anni che è al comando della Juventus, che ha un DNA preciso, che insegna a crescere e ti fa imparare, cosa che ho fatto in questi 5 anni.”
AGNELLI – “La decisione è maturata nel tempo, con delle riflessioni e della commozione per quanto successo. Quando si affrontano determinati temi si capisce che questa è la decisione migliore per la Juventus. Al termine di alcune riflessioni questa è stata individuata come la scelta migliore, la società deve fare delle scelte e perseguirle. Nessuna persona all’interno della Juventus è indispensabile, a partire da me fino ad arrivare ai magazzinieri. La storia è quella della società Juventus, che deve essere più grande di quella di ogni persona singola. Poi ci sono ruoli che vanno esercitati nell’interesse della società stessa.”
ALLEGRI – “I tifosi sono sempre stati molto calorosi verso di me, esprimendo stima e affetto. A volte mi hanno fatto emozionare, sono anche io una persona umana, vivo di emozioni anche se non le do molto a vedere. Tutti d’accordo non potevano essere, anzi più ne avevo contro meglio era perchè le contraddizioni ti fanno crescere. Quando arrivai c’era una contestazione, ma quando sono arrivato ho pensato che il mio primo cavallo, su quei campi li, aveva vinto 3 corse e per me era stata un’emozione fantastica. Che avremmo fatto una grande stagione ero sereno, sapevo di avere una squadra fantastica.”
“Ora non so niente, domani festeggiamo poi del futuro vedremo. Magari un po’ di pausa mi fa bene, poi dal 15 luglio magari mi viene voglia di lavorare ma questo dipende da quello che succede in giro, e avrò la serenità di valutare quello che mi verrà proposto e poi deciderò. Magari mi dedicherò a me stesso e alla mia famiglia.”
AGNELLI – “Questa è stata la decisione più sofferta da quando sono alla guida della Juventus. Per la Juve del futuro dovrete chiudere a Fabio Paratici, proprio per la divisione dei ruoli di cui parlavo prima.”