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L’ex calciatore della Juventus e della Nazionale Italiana Emanuele Giaccherini, ha parlato intervistato dai microfoni de La Gazzetta dello Sport, ricordando il suo gol al Belgio messo a segno nella prima giornata di Euro2016.
Giak, quel giorno fu davvero ‘Giaccherinho’.
“Il bello è che dietro quel gol a Euro 2016 c’è un rimprovero di Conte. Contro la Scozia, in amichevole, avevo sbagliato un paio di volte dalla stessa posizione, così in allenamento mi riprese. Lancio di Bonucci, controllo perfetto e destro all’angolino. In quel guizzo c’è tutta la mia storia. Devo tutto a mister Conte e a quel rimprovero. Con l’Italia mi sentivo un vero supereroe. Ci davano tutti per spacciati, invece lui ci convinse a smentire tutti dicendo che i più forti eravamo noi. E così fu. Spero adesso in un altro 2-0”.
Chi è il Giaccherini dell’Italia?
“Barella. Lui è più fisico, io più dribblomane”.
E il Belgio come si batte?
“Concentrazione, raddoppi, cura dei dettagli, marcature. Sono preoccupati anche loro. L’Italia è forte, difende bene, In avanti c’è Chiesa che è un talento. In mezzo ce la giochiamo con tutti. Il fenomeno è Lukaku. Nel 2016 non era quello di oggi”.
Rivede il gruppo di Conte?
“Beh sì, è un’Italia da “Grande Bellezza” che si vuole bene e soffre insieme. Chiellini, Bonucci e De Rossi mi hanno detto che sono uniti come lo eravamo noi. Daniele, a fine Europeo, ci svelò che nonostante il Mondiale vinto la sua esperienza più bella sarebbe rimasta Euro 2016…”.
Più forte l’Italia del Mancio o la vostra?
“Tecnicamente questa. Noi conoscevano i nostri limiti, ma avevamo fame, cuore e correvamo più di tutti. Una squadra “operaia”.
Un pronostico per la partita di sabato sera?
“1-1 e poi vinciamo ai rigori, Insigne e Chiesa protagonisti. Sarebbe la chiusura di un cerchio dopo quella serataccia contro la Germania ai quarti…”