Il commento: La Juve è troppo grande per una piccola Inter

JUVE-INTER / Il commento: La Juve è troppo grande per una piccola Inter

Bonucci
La Juve batte l'Inter e sale a +4 sul Napoli
JUVENTUS E BUFFON: NUOVI RECORD IN ARRIVO. La Juventus che ha la miglior difesa con appena 15 gol subiti, scende in campo per sé stessa ed anche per difendere l’imbattibilità di Buffon che non prende gol da ben 656 minuti e da 7 gare con Cassano che è stato l’ultimo a beffarlo a Marassi contro la Samp. Ma prima di stasera la Juventus contava già ben 6 gare consecutive di imbattibilità contro i nerazzurri che sono stati tuttavia la prima squadra a vincere allo Stadium nell’era Stramaccioni con doppietta di Milito e gol di Palacio che stasera è regolarmente in campo dall’inizio. Nessuna paura: il record alla fine continuerà tranquillamente per entrambi con il portierone bianconero che verrà impegnato soltanto nel finale a risultato acquisito.
PRIMO TEMPO: JUVE PIU’ PERICOLOSA MA L’INTER REGGE L’URTO. Mancini un po’ a sorpresa ma non troppo presenta un Inter a specchio affidandosi al 3-5-2 con Palacio in avanti partner di Icardi e non sbaglia perché Don Rodrigo si sacrifica molto ed è tra i migliori in campo, oltre che tra i più disponibili al sacrificio. 3-5-2 dicevamo ma due diverse filosofie di concepirlo: Mancini chiede ai suoi personalità e di rimanere il più possibile alti ed in parte ci riesce anche se al suo centrocampo manca come al solito qualità con Felipe Melo disastroso in fase d’impostazione e Kondogbia al quale è stata condonata una giornata di squalifica, anche. Per lunghi tratti del primo tempo è l’Inter a provare a fare la partita ma proprio perché manca qualità si affida spesso ai lanci lunghi, mentre i padroni di casa sornioni aspettano e poi ripartono palla a terra. Il primo pericolo è di marca juventina con una sventola da fuori area di Hernanes accarezzata dal solito Handanovic con la punta delle dita sulla traversa. Sfruttando anche le incertezze difensive di un imbambolato Murillo che soffre e non poco la fisicità di Mandzukic, la Juve costruisce un altro paio di palle gol non sfruttate prima da Dybala e poi dallo stesso croato. Poi intorno alla mezzora è Palacio a saltare Pogba e a pennellare per Icardi che però è indeciso sul da farsi e controlla male. Cinque minuti dopo Chiellini deve dare forfait per il solito problema al polpaccio e così Allegri ridisegna la sua difesa facendo entrare Rugani che si piazza alla destra di Bonucci con Barzagli che si sposta alla sua sinistra. L’ultimo squillo di un primo tempo che ha visto un eccellente Alex Sandro (sia in fase difensiva che di ripartenza) è di marca juventina ma è Miranda questa volta a salvare tutto in chiusura di un primo tempo sostanzialmente equilibrato ma in cui si è percepita la differenza di valori tecnici.
SECONDO TEMPO: L’INTER SBAGLIA E BONUCCI LA PUNISCE SUBITO Nemmeno il tempo di iniziare e D’Ambrosio con un errore che non si vede neppure all’oratorio serve su un piatto d’argento di testa a Bonucci (destro al volo) il vantaggio juventino. L’Inter accusa il colpo ed è in confusione, mentre Alex Sandro serve a Dybala la palla del raddoppio che però l’argentino non sfrutta colpendo sporco. Piove sul bagnato per Mancini che voleva sostituire Felipe Melo e che invece deve togliere l’infortunato Medel, facendo entrare Ljajic nel tentativo di recuperare il risultato. Bonucci continua a proporsi anche come centrocampista ed attaccante aggiunto, mentre l’Inter inizia ad innervosirsi e Juan Jesus rimedia una sacrosanta ammonizione per una legnata su Dybala. La Juve è sorniona e controlla la gara ma l’Inter è sterile e così Mancini inserisce al 73’ Perisic al posto di Alex Telles, passando al 4-2-3-1.
FINALE TUTTO BIANCONERO COME DA COPIONE. Allegri si conferma ancora una volta grande allenatore, indovinando i cambi ed indovinandoli al momento giusto e così dà scacco matto a Mancini, inserendo un affamato Morata che dapprima si procura il rigore e poi lo trasforma, suggellando una meritata vittoria con il punto esclamativo. Ed è una vittoria che sa ancora una volta di apoteosi per l’innumerevole popolo bianconero.
Andrea Colacione
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