Di Lorenzo Beccarisi
TORINO – Nuovo appuntamento con la nostra rubrica che cerca di analizzare l’operato del VAR nella giornata di Serie A, in un weekend apparentemente più tranquillo rispetto al precedente. Anche con l’introduzione della tecnologia nel mondo del calcio non si riesce a spegnere il fuoco delle polemiche che il lunedì mattina accende i discorsi da bar dei calciofili italiani. Questa settimana ci soffermiamo su due episodi che hanno fatto discutere, e che sicuramente andranno chiariti nei prossimi incontri tra i responsabili del VAR e gli arbitri perché le voci post-gara hanno alimentato la confusione.
MA COME PROVA TV? – Se lo chiedono tutti. Ma se la TV è in campo, come si può chiedere la prova televisiva per sanzionare un giocatore? La risposta non la sa nessuno, ciò che si sa è che dopo il derby tra Torino e Juventus al centro delle polemiche è finito un contatto tra Chiellini e Belotti. Il difensore bianconero avrebbe allargato troppo il braccio dando una manata al numero nove granata, contatto non ravvisato dal VAR durante il match. E allora, si chiedono tutti, se per gli arbitri davanti al monitor la manata di Chiellini non è da cartellino rosso, qual è il senso di chiedere la prova TV? E soprattutto, perché esiste ancora la prova TV? Se dovesse sfuggire qualcosa al VAR, non dovrebbe essere l’arbitro davanti al monitor a pagare per il suo grave errore? C’è qualcosa che non quadra. E bisognerà far quadrare tutto nel giro di poco tempo, visto che ormai il VAR è parte integrante della nostra Serie A.
MANO BIRICHINA – E passiamo al posticipo della domenica tra Milan e Sampdoria, vinto dai rossoneri grazie al gol di Jack Bonaventura nel primo tempo. Sul finire della prima frazione però succede qualcosa di “particolare”, perché su un lancio della difesa doriana Calabria anticipa Zapata con un evidente tocco di mano, non ravvisato dall’arbitro in campo. Il VAR monitora e alla fine non decide. Il motivo è semplice, il corpo di Calabria è sulla linea dell’area di rigore, mentre la mano sembra (non c’è certezza) millimetricamente oltre la linea, quindi fuori dall’area non permettendo così al VAR di intervenire (la tecnologia può ravvisare solo falli da rigore). La cosa che però non convince è che nonostante la tecnologia e la presenza dei monitor in campo, non si sia riusciti ad avere la certezza su un episodio che, visto il risultato finale, avrebbe potuto ribaltare la gara. Sarebbe bastato un lavoro grafico per “proiettare” la posizione della mano di Calabria sul terreno di gioco, dando così meno adito alle famose chiacchiere da bar del lunedì mattina.
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