TORINO – Il Presidente della FIFA Giovanni Infantino, ha parlato a La Gazzetta dello Sport in una lunga intervista, dove ha toccato tutti i temi d’attualità del calcio nostrano e europeo.
“E mi sarebbe piaciuto consegnare la coppa a Buffon”.
“Vado di persona a prenderlo”.
“Temo la seconda opzione. Da tempo c’erano segnali in questo senso. Poi il tiro di Darmian contro la Svezia poteva entrare, invece di prendere il palo, ma avrebbe solo nascosto i problemi. L’Italia era la prima al mondo per organizzazione, club, formazione, strutture, alimentazione, tattica. In tutto. Ma gli altri non sono rimasti a guardare, mentre noi abbiamo dimenticato che, senza il lavoro, il talento non basta. Quanti giovani passano in prima squadra?”.
“Spero il commissariamento sia il più breve possibile. Uno o due uomini non possono cambiare una situazione che ha bisogno di un presidente forte, condiviso da tutte le parti, e con una strategia a lungo termine. Club, leghe, giocatori, tutti devono andare nella stessa direzione. Come in Germania negli anni 90, dopo la crisi di risultati. Come in Inghilterra dopo l’Heysel. Tutti al tavolo a pensare al bene comune. Oggi la Germania vince il Mondiale e a Confederations con i giovani, e l’Inghilterra è campione del mondo Under 17 e Under 20”.
“Nel nostro Dna c’è la creatività. Riguardo al mercato, capisco che sia un’urgenza italiana: quando c’erano soldi, diritti tv, successi nelle coppe, il problema era meno sentito. Ma comunque c’è da intervenire per tutti. E subito. Sono già al lavoro, ho presentato un piano con undici proposte al comitato stakeholder”.
“Decide l’Ifab a marzo, ma la raccomandazione è stata forte. Ero scettico due anni fa, quando la proposi, subito dopo l’elezione. Ma allo stesso tempo, essendo cresciuto a pane e Gazzetta, e ricordando tutte le polemiche, mi sono detto: “Se non proviamo”… Non si torna indietro, è stata una rivoluzione”.
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