TORINO – Gli infortuni di Higuain e Bernardeschi hanno decimato il reparto attaccanti di Allegri, già assottigliato dall’infortunio di Cuadrado: al di là delle soluzioni d’emergenza (vedi Alex Sandro esterno alto) ne rimangono solo tre, e il tecnico dovrà decidere come utilizzarli nei prossimi due impegni ravvicinati (due volte l’Atalanta, campionato e Coppa Italia, in quattro giorni). In un momento da allarme rosso, sapere di aver recuperato Dybala (mezzora nel derby dopo oltre 40 giorni di pausa) e Mandzukic non equivale a una vincita al Superenalotto, ma almeno a un gratta e vinci fortunato sì. I due hanno giocato insieme 17 volte in A in questa stagione (considerando i match in cui entrambi sono scesi in campo, anche se non contemporaneamente), di cui solo due senza il Pipita titolare, L’ultima in assolutoèstata in Coppa Italia e coincide con l’ultimo gol di Mandzukic: JuveTorino 20, Higuain in panchina per quasi tutto il match e Mario che si comporta da centravanti con un tocco di destro a scavalcare Milinkovic, che mise alsicuro i bianconeri e scatenò l’ira dei granata (che protestavano per un fallo). Fu l’ultimo rigurgito da ingordo dell’area di rigore. A distanza di un mese e mezzo abbondante, Allegri potrebbe riproporre gli stessi uomini ma con un assetto leggermente diverso, restituendo al croato l’antico ruolo. Mandzukic ha segnato 6 delle 7 reti stagionali giocando con Dybala, Paulo ha fatto l’ultima doppietta prima del crac al flessore della coscia destra al Verona, col croato accanto, in versione trequartista. Quando ci sono tutti e due la Juventus segna di più (2.5 la media reti a partita). E tutti e due smaniano dal desiderio di tornare a dirigere l’orchestra bianconera. Mario perché ha un solo modo di essere, il gladiatore. Nel momento del bisogno sa moltiplicare le energie, come fece con la Roma, quando giocò con 13 punti di sutura. Paulo perché manca da troppo e senza Higuain sente di più l’onore e l’onere della 10: il suo 2018 è cominciato con quasi due mesi di ritardo e lui vuole riprendersi in fretta il tempo che il destino gli ha tolto.
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