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TORINO – La tredicesima Coppa Italia e il quarto doublete d’Allegri confermano l’assoluta superiorità bianconera nel Bel Paese. Probabilmente destinata a durare tanti anni ancora. E’ vero, la finale contro il Milan, l’hanno decisa alcuni episodi chiave (le papere di Donnarumma e l’autogol di Kalinic), ma sono certo che alla lunga – anche senza questi fattori – la Juve l’avrebbe comunque portata a casa. Un po’ com’è successo in campionato con il Napoli, che per la prima volta l’ha davvero spaventata per questo scudetto. Anzi, prima della vittoria bianconera con l’Inter e la debacle partenopea a Firenze, si pensava persino che gli uomini di Sarri stavolta fossero davvero i favoriti per il tricolore. Invece nulla. Perché gli azzurri non hanno avuto la capacità e l’esperienza per reggere le pressioni della vetta. Adesso pure Allegri sembra piuttosto nervoso (vedi screzio con Sconcerti), ma non perché abbia perso, forse soltanto perché lui stesso – nonostante gli ultimi successi – sa che può essere finito un ciclo. Frustrante magari è dover dire addio senza quel sogno Champions.
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