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TORINO – Mino Raiola è “l’uomo del mercato estivo” di quest’anno: così lo introduce la testata spagnola Marca. Durante l’intervista, l’agente ha risposto a molte domande su Paul Pogba e sul suo futuro.
Si parla molto del futuro di tutti i suoi giocatori: “È il momento giusto per parlare dei giocatori, dei miei e di quelli degli altri. Negli ultimi cinque anni si para più di quello che ruota attorno al calcio del calcio stesso. La parola calciomercato è stata adottata da tutti i paesi. È intrattenimento, non calcio. Alla gente interessano gli intrighi, le avventure… Io ho la testa sulle spalle e riesco invece a concentrarmi sul calcio”.
I movimenti di Conte, Guardiola e Mourinho lasciano pensare ad un mercato alla portata di pochissimi… “La UEFA stà provocando danni notevoli alle competizioni nazionali. Ha paura di perdere la Champions, in favore di un gruppo di imprenditori statunitensi e sta dando moltissimi soldi ai club più grandi. I ricchi diventano sempre più ricchi. Oggi la vittoria finale nella Liga passa ormai in secondo piano. La Champions è più importante. Per esempio, un allenatore come Guardiola non è interessato alla crescita dei calciatori ma alla Champions”.
La stella di questo mercato sarà Pogba: “È così da due anni ormai. Siamo abituati. Speriamo sia la stella per i prossimi dieci anni. Siamo tranquilli. Parlo molto con lui e abbiamo le idee chiare fin dalla scorsa estate. L’anno scorso quatro club avevano raggiunto l’accordo con la Juventus, ma Paul non voleva andarsene in quanto aveva ben chiaro in mente un percorso tecnico di crescita da seguire che per lui è molto più importante dei soldi. Vuole un progetto di cui si senta parte, con un’idea di calcio che lo aggradi e con persone che gli diano fiducia. Vuole che il suo club abbia le idee e un progetto chiari. E questo non è da tutti”.
Che intenzioni ha Pogba per la prossima stagione? “Non avrebbe alcun problema a rimanere alla Juve. A Torino sta molto bene e la scoietà è molto soddisfatta di lui. Stiamo parlando con tre o quattro squadre a cui piacerebbe fare di Pogba un punto fermo del proprio progetto. Ora vuole rimanere tranquillo per l’Europeo.
Si dice che uno di questi club sia il Real Madrid… “Non è un segreto. Ogni anno mi incontro con la dirigenza del Real, ma lo faccio anche con United, Barça, City, Liverpool, Chelsea… È il mio lavoro. Negli ultimi due anni la mia relazione con il Real Madrid si è fatta più chiara e professionale. Prima no. Ora c’è un dialogo serio, positivo. Conoscono me e il mio carattere. E io, da parte mia, comprendo le necessità del Real.
Quindi non ci sono problemi con il Real? “Assolutamente nessuno. Parliamo senza problemi. Sono in buoni rapporti con José Angel Sanchez, uno dei maggiori dirigenti. Sappiamo quello che vuole, ma niente è ancora deciso.”
Il Real vuole Pogba? “Non c’è nulla di certo. Stiamo parlando. La volontà di Zidane è chiara e anche quella del club. Siamo nella fase iniziale. Non si può ancora parlare di una trattativa. Le due parti sanno quello che vogliono e vedremo se riusciremo a raggiungere un accordo o meno. L’atmosfera è positiva”.
Ci sono altri club su Pogba? “Gli sceicchi. Tutti i club che possono permettersi di pagare quanto vale Paul. È un talento straordinario. Non c’è nessuno così sul mercato, anche se Felix Kroos sostiene che il fratello valga 120 milioni più di Pogba.”
Quanto vale Pogba? “Vale quello che il mercato offre. Chiederemo al fratello di Kroos. Seriamente. Non sono io a decidere il valore di un calciatore. Il valore lo decide l’offerta. Se vengono a bussare Real Madrid, City, United, Chelsea o PSG, un valore ce lo avrà. Se bussa il Rayo ne ha un altro. Non è un problema di valore. Non è il denaro il tratto distintivo delle cose importanti. Si può pagare molto un giocatore, ma se poi non si inserisce bene nel progetto non vale nulla. Meglio non pensare ai soldi; così si perde in lucidità.”
Si parla di 120 o 140 milioni: “Vale quello che un club è disposto a pagare. Quello è il valore di Paul.”
E la Juventus? Come vede questa situazione? “La Juve preferirebbe non venderlo. È un club importante, lo è sempre stato. Al momento del rinnovo ci mettemmo d’accordo sul fatto che se Pogba avesse trovato un club con un progetto di suo gradimento e con la prospettiva di migliorare ulteriormente, la Juve avrebbe valutato eventuali offerte.
Può diventare il trasferimento più costoso della storia del calcio? “Lo sarebbe già stato se nella scorsa stagione la Juventus avesse accettato le proposte che c’erano. Essere il più costoso non è l’obiettivo di Pogba, né il mio. L’obiettivo è quello di trovare un club in cui possa diventare il migliore e vincere il maggior numero di titoli possibile.”
Chi decide il futuro di Pogba? “Paul, ovviamente. È giusto così.”
Però ha influito sul suo trasferimento alla Juve. Ha qualche potere decisionale? “Fu Paul a decidere per la Juve. Io gli dissi: ‘ La Juve è la cosa più complicata che potessi scegliere’. In Italia i giovani non giocano. Gli allenatori non sanno farli crescere. Ma a lui ama le sfide. Quando arrivò alla Juve era un ragazzino di 18 anni, ora ne ha 23 ed è un uomo. Io sono un suo consigliere e gli darò la mia opinone.”
Detiene parte del cartellino di Pogba? Ci sono di mezzo delle commissioni? “Non voglio parlare di questo aspetto della trattativa. Per me il denaro non è importante. È tutto legale. Sono con Paul. Non voglio essere ipocrita, è una parte dell’affare. È normale. Ma il mio interesse è professionale e calcistico, non economico.”
Cosa chiede a Pogba? “Di essere felice. La felicità è la cosa più importante. Non c’è carriera senza felicità. Non è una questione di denaro, ma di carriera. C’è un proverbio ebreo che dice: ‘È facile vendere una volta a una persona, farlo due volte è difficile’. A me interessa il progetto. Voglio aiutarlo a prendere la giusta decisione. Quando Ibrahimovic scelse il Barça io avevo forti riserve a riguardo.”
E la presenza di Zidane influisce sulla decisione di Pogba? “Sì, certo. Le grandi squadre hanno questa forza. Io, in quanto rappresentante, devo analizzare tutto. Zidane oggi è l’allenatore del Real, domani potrebbe non esserlo più. Lo avete visto con Blanc e con Guardiola. Per questo ritengo che si dovrebbe scegliere un progetto, un club, non un allenatore. Un club non investe tanto per volontà dell’allenatore, ma perché crede che quel giocatore sia importante per il suo progetto. È il club a dover volere il giocatore e a credere in lui.”
In che posizione preferisce giocare Pogba? “Questo è un’enigma per Paul. Può giocare in molte posizioni e attorno a questo si è creato un dibattito. Se sapesse giocare in una sola posizione questo non accadrebbe. Gli piace fornire assist ai compagni e fare la fase offensiva. Basta guardare ai numeri per capire che fa molti assist e segna 10 o 12 gol a stagione. La Juve vorrebbe che giocasse con il numero 10. Visto che il calcio italiano è molto difensivo, Paul deve fare su e giù per il campo. Pochi calciatori sanno farlo come lui, è quasi perfetto in questo. Corre 12-13 chilometri per partita.”
Quali sono gli obiettivi di Pogba? “Sogna di vincere il Pallone d’Oro ed essere il miglior calciatore del mondo nel suo ruolo. Questo gli è chiaro.”
E il Real? Sarà il posto giusto per vincere il pallone d’oro? “Senza dubbio. Il Real è il club perfetto per farlo. Il Real Madrid è… la storia di un club così è innegabile. Io sono molto cattivo e a volte mi piace criticare i grandi [ride], però il Real Madrid è unico. La sua storia è indiscutibile, nessun altro club ce l’ha. Per Paul il Real, Zidane e i madridisti hanno sempre rappresentato qualcosa di speciale. Li ammira molto. Per lui ci sono altri club importanti come lo United, che è stato una parte della sua vita; del Barcellona gli piace il trio offensivo, il PSG è Parigi e lì ha una casa, ma il Real Madrid…
Con Zidane al suo fianco come allenatore. “Ammira molto Zidane. Me lo ha sempre detto. E questo avrà il suo peso nella decisione finale.”
A volte Paul sembra stravagante, fa quasi paura. Com’è in realtà? “È una persona estroversa, solare. Ringrazia sempre Dio per avergli dato tutto ciò. È simpatico, gli piace ballare. Non gli piacciono molto le discoteche, le feste. Gli piace stare a casa.”